giovedì 18 novembre 2010

La gioiosa malinconia di Sibylle Baier




Se cercate musica per pogare non avvicinatevi a questo disco, potreste trovarvi stramazzati in mezzo al corridoio di casa, presi da una soporifera cantilena. Idem se volete fare colpo sulla ragazza che ama le varie amorosoferreri di turno, meglio vi procuriate un cd della giovane Noemi, e mentre lei spalanca gli occhi alla vista del vostro dono altamente culturale, provate anche a farle spalancare le gambe. Si sa mai, che intenta a leggere i complicati e difficili testi della cantautrice, alla fine ve la dia per 20,90 euro spesi alla Fnac di turno. Se invece cercate qualcosa di malinconico al punto giusto, cogliendo l'occasione per fare riunione condominiale con tutti i tristi della terra, beh Sibylle Baier fa al caso vostro. Questa tedesca ha registrato le canzoni di Colour Green, uscito nel 2006, agli inizi del 1970. Quando si dice prendersela comoda. Come se io adesso scrivessi un romanzo e lo pubblicassi tra quarant'anni. Anzi, mi sa che lo faccio. Fatto sta che queste songs hanno riposato in botti di palissandro, e oggi il loro sapore è leggermente bariccato. Come il vino, si bevono piano piano, facendole riposare prima nel decanter della vostra anima. Calma, non fatevi strani viaggi, non avete di fronte Vashti Bunyan, ma ci andiamo vicini. La bella Baier canta e suona una chitarra classica, manca solo il suono del crepìtio del camino acceso e poi siete pronti per bervi quel whishy che è almeno due mesi che sta a marcire nella vostra credenza. Quindi, senza tanti fronzoli, entrate in soggiorno con la vostra malinconia a braccetto, accendetevi un bel cubano, inserite il cd nel lettore, se avete il vinile siete da Oscar, e adagiatevi come tassi fissi sulla vecchia poltrona della nonna. La neve fuori intanto scioglie i rumori molesti. Buon ascolto nella vostra malinconica gioiosa tristezza.

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