domenica 6 aprile 2014

Un boato



Un boato

Prima di tutto un boato
Che qui vien giù tutto è la fine del mondo
Dove sono i bambini?
Gli allarmi delle auto sono i primi ad urlare
Correre è sempre stata la mia passione
Perché raccontavo attraverso i piedi la terra che mi lasciavo alle spalle
Dove sono i bambini?
La torre del paese è volata giù
Come un castello di carta
Disintegrata
Un boato
Prima di tutto un boato
Dopo le sirene ad urlare ci pensa la gente
Sconosciuti e amici per la pelle
Famiglie e animali che brulicano nella notte
In fuga dalla terra
Ma la terra sta sotto cristo
È quella che ci sorregge
Scappare dalla terra
Quella che ci tiene attaccati per non sfuggire all’universo
La chiamano legge di gravità
E le crepe si allargano
Le tubature saltano
Il tempo rallenta la sua andatura
Un boato
Prima di tutto un boato
Dove sono i bambini?
La terra
Sono sempre stato legato a lei
Su di lei c’ho dormito
C’ho fatto l’amore
Con lei ho trascorso la mia vita
Anche quando ero in aria per qualche viaggio di lavoro
Sapevo che prima o poi
L’avrei ritrovata
Un boato
Prima di tutto un boato
Stanotte i miei piedi non corrono
E’ la terra che corre sotto di me
Corre come una locomotiva impazzita
Sbrana il senso di stabilità
Quello a cui mi ero abituato
Un uragano
Ma del sottosuolo
Un uragano di terra in movimento
Un uragano che squarcia la vita
Pure i morti vengono spostati
Mentre noi vivi facciamo la conta di chi è rimasto e di chi è finito nella sua pancia
Un boato
Prima di tutto un boato
Poi tendopoli
Storie di salvataggi
Pianti per quelli che hanno raggiunto chi già nella terra ci stava
Le case genuflesse
Le chiese in ginocchio a pregare un dio di passaggio
La paura  negli occhi di chi ancora respira
Un boato
Prima di tutto un boato.

©OlivieriFrancesco