mercoledì 2 novembre 2016

LA TRILOGIA DELL'AMORTE E FINCHE' MORTE NON CI SEPARI DI FRANCESCO OLIVIERI


LA
TRILOGIA
DELL’AMORTE

TESTO TEATRALE
DI
©FRANCESCO OLIVIERI











FEDERICA MELLORI


Mi chiamo Federica Mellori
E mi hanno appena ammazzata
Nulla di grave sia chiaro
Diciamo che il mio lui c’aveva il rotellino spostato nella testa
Che poi diciamocelo
Non fate quelle facce suvvia
Morto un Papa se ne fa un altro
Morta una donna se ne fa un’altra
Oppure no?
Massì dai
Allegria gente
Che sarà mai
Che poi mica è stato uno di quei delitti che lei soffre
Agonizza
Un gentleman signori miei cari
Un gentleman
Un taglio alla gola netto
Zacchete
E via
Tolto il pensiero
A proposito di Papa
Chi c’è ora?
Ah uno argentino?
Maddai
Beh almeno si ballerà il tango durante le messe no?
Francesco?
Che bel nome
Si si proprio un bel nome
Ma parla anche agli uccelli?
Ah non bisogna nominare uccelli mi dite
Che poi magari si offende tutto il clero
Che poi magari
Che mai avrò detto di male?
È ambigua la parola mi dite
Beh ambigua effettivamente lo è
Che non si dice che poi si pensa a quei cosi là
Ah beh
Quei cosi là
Quindi il fraticello quello là di Assisi con chi parlava?
Pennuti
Parlava con i pennuti
Volatili pure
Da specificare anche
Che poi si pensa che magari sai
Una parola tira l’altra
Un uccello tira l’altro
E via che ti danno del gay
Ve lo immaginate il nuovo Papa Francesco
Che parla agli uccelli?
Caro l’argentino
Che poi mi sta pure simpatico questo sudamericano
Povero lui che ci prova a fare il fraticello
Ma nel Vaticano deve rigare dritto il ragazzo
Altrimenti gli fanno la festa a quello
Che già il fatto che sorrida mica gli piace tanto a quelli
Ogni tanto glielo ricordano
Te non sorridere troppo che uno così è durato 33 giorni
Capito?
E lui l’argentino che mi diventa serio
Povero il Francesco
Comunque dov’è che ero rimasta
Ah si
Che quelli lì della Chiesa son così carini
Quando hanno sposato me e il mio assassino
Che non mi piace chiamarlo assassino
Suvvia
Quando hanno sposato me e il mio uomo
Bastardo figlio di put
Scusate
Non volevo
Mi è scappato
Giuro
Ecco quando stavo con quella cosa e ho avuto la geniale idea di prometterle amore eterno
Loro quelli lì vestiti di bianco cattolico
Erano così cari e ligi e gentili
Finche morte non vi separi c’hanno detto
Là sull’altare
Beh mi pare che questo matrimonio sia finito
Mi pare così
A naso
E separati ci siam separati
Questo è certo
Comunque
Mi chiamo Federica Mellori
E mi hanno appena ammazzata
Nulla di grave sia chiaro
Diciamo che il mio lui c’aveva il rotellino spostato nella testa
Che hai proprio un bel coraggio te
Sfacciata
Mia madre povera
Non si esce alle dieci di sera
E non metterti quelle gonne scollate sai
Cara lei
Era pure dislessica che scambiava un po’ le parole
Ricordo che quando doveva dire
Vai a prendermi gli occhiali
Mi diceva la mamma mia cara
Vai a prendermi gli orali
E io tutta vestita a puntino come una madonna addolorata
Anche se addolorata non ero sia chiaro
Le prendevo io suoi orali e ridevo ridevo
Ah signori miei come ridevo
Mamma cara perché mio fratello può uscire la sera e io no?
Che domande mi fai figlia mia
È ovvio
Lui è un maschio
Lui
Ah beh
Se lui è un maschio allora cambia tutto
Vero che cambia tutto?
Ho provato a mettermi i pantaloni
La camicia
Ho provato persino a fare la pipì in piedi
Si si che meraviglia signori miei
Che io l’ho sempre invidiato il pene a quelli lì
Ai maschi
Quell’armamentario che all’occorrenza si tira fuori senza nemmeno faticare di abbassarsi gonna pantaloni vari
Una lampo e via
Zacchete
Lui espleta quello che deve espletare
Rientra nel suo guscio
E via che la lampo torna su
Zacchete
Te hai troppi grilli per la testa
Cucina piuttosto
Cucina e impara a stirare e a rammendare
Che chi la vuole una donna che non sa cucinare e rammendare?
Eh signori miei chi la vuole?
Che vi vedo lì su quelle sedie
Che dentro c’avete già il disegno pronto
Della bella mogliettina che vi lava
Vi rammenda
Vi stira
Vi cucina
Mentre voi poveri stanchi del vostro lavoro
Acciabattati vi divanate davanti alla televisione
Attenti
Dietrofront
Avanti Marsch
Riposo
Mentre il fratello faceva il militare
Io finivo le superiori
Ho sentito delle voci
Questa è la vicina che parla
Sentite sentite
Ho sentito delle voci
Mi sembra ma non ne sono certa poliziotto
Che urlassero
Che a questa mica è fregato mai nulla della vita mia
E di quel marito mio assassino
Caro lui
Beh c’era da aspettarselo
Questo è quello del piano di sotto
Volponi si chiama
C’era da aspettarselo
Quando uno lavora come un mulo tutto il giorno
Mentre lei fa la bella vita mostrando cosce e seno
Così in bella vista
C’era da aspettarselo
Avete sentito?
Quello che mi tirava certi sguardi
Si si proprio lì
Che rientrata a casa mi ritrovavo i suoi begli
occhioloni lucidi lucidi appoggiati ai miei capezzoli
Comunque va
Andiamo avanti signori miei
Le mestruazioni
Avete presente no?
Quelle che vi fanno leggermente sballare l’umore?
Ecco io le odiavo quelle
Ero capace di passare ore e ore a letto con il mal di testa?
Che mi dico ma perché tutto a noi donne?
Perché?
Allora facciamo un attimo la conta
Eh che ne dite?
Allora
Per essere una brava donna moglie
Bisogna
Sopportare in silenzio i dolori mestruali
Stai male da svenire?
Hai il mal di pancia da piegarti in due
Suvvia ragazze
Avanti
Allegria ci vuole
Diamine
Allegria
Allora
Tornando alla nostra conta
Non pensare al sesso
No no che è peccato
Quando lui vorrà tu diverrai donna
Che cara la mia mamma?
Scusa mamma ma io donna non lo sono già?
Queste tette non ne sono una conferma?
Taci e ricorda che sei solo una ragazza
Donna lo diventerai solo quando lui vorrà
Ah beh se la mettiamo così
Ma poi lui chi?
Il tuo principe azzurro
Ma che meraviglia
C’è un principe azzurro in tutta questa storia?
Com’è com’è?
Che me lo immaginavo io
Bello alto biondo con gli occhi azzurri
Con un bel cavallo bianco
Vestito di azzurro ovviamente
No
Ecco
Cioè
Bello
Insomma
Diciamo nella norma
Alto
Dio non era un nano
Ma un metro e sessantaquattro non credo si possa definire altezza pura
Biondo
Mmm
Diciamo tendente al calvo
Ecco biondo dentro si
Occhi azzurri
Diciamo marroni va
Con gli occhiali magari da sole
Volendo
L’azzurro potevo anche immaginarlo
Caro lui
Con un cavallo bianco
Bianco era bianco
Ma i cavalli erano nel motore
Mi ha detto poi
Caro lui
Un furgone
Con tanti cavalli bianchi
Che volevo di più?
Mi chiamo Federica Mellori
E mi hanno appena ammazzata
Nulla di grave sia chiaro
Diciamo che il mio lui c’aveva il rotellino spostato nella testa
Caro lui
Faceva il meccanico
Lavoro duro il suo
Con le sue donnine nude attaccate al muro
Per ogni mese una diversa di ogni colore
Lavoro duro il suo
Mamma era entusiasta
Quello si che fa per te
Che poi non vi dico quando è stato il momento
Si insomma
Quando il suo coso ha preso la residenza nella mia cosa
Che non ne sapevo niente io di quelle robe lì
A volte la mia mano aveva come dire
Circumnavigato la zona
Per controllare
Devo dire che qualche bella soddisfazione
Sola con me stessa e nel mutismo totale
Me l’ero tolta
Ma non avevo mai azzardato metter nulla là dentro
Non sia mai mi dicevo
E se poi mi ci rimane dentro?
Vuoi vedere te che poi mi tocca andare da mia madre con la mano tra le cosce a chiederle di prendere una tenaglia
Per sbloccare il tutto?
No no
Non ne volevo di problemi
Cucinavo
Lavavo
Stiravo
Che ero una donna io
Anzi no che mamma non era di questo avviso
Che ero una ragazza io
Da maritare e alla svelta
E procreare mi raccomando
Che poi quando s’invecchia non hai le forze
Mi diceva la mia mamma cara
Il babbo
Mi direte
Che vi ho fatto una testa così parlando della mamma
Ma del babbo nemmeno una parola
Eccola
Bar
Che gli piaceva così tanto
Lui si che era un uomo
Un maschio vero
Nemmeno tornava a casa a volte
S’infilava al bar
E giù a bere giocare a carte e bestemmiare
Bere giocare a carte e bestemmiare
L’offesa nei confronti di dio o della madonna
Per il mio babbo era un modo tutto suo per ringraziare di avergli dato ancora un giorno per brindare con gli amici
Non era mica da birra il vecchio
Andava avanti a grappa e vino
E si faceva paonazzo il vecchio
Sembrava una mongolfiera quella testa
Ricolma di liquido rosso
Tinto come diceva lui
Il babbo
E avanti di briscole tresette e scope
Io non so nemmeno come sono fatte le carte
Figuriamoci
Spesso babbo rientrava tardi
E faceva rumore
Sbraitava
Picchiava mamma
Anche
La mattina se lei aveva gli occhiali da sole quando pioveva
Io già sapevo
L’orgoglio maschile non si tocca capito?
Se mena è perché avrà le sue ragioni
Poi la vedevo piangere
In disparte
Mentre rammendava un maglione per mio fratello
Piangere e singhiozzare
Con gli occhiali da sole mentre pioveva
Lavava sempre con dovizia
La notte quando noi già dormivamo
Mentre babbo russava l’ubriacatura
Lei stirava montagne di vestiti
Faceva il bucato e si infilava nel letto matrimoniale
Nell’angolo lontano per non dare fastidio
Povera lei
Mi chiamo Federica Mellori
E mi hanno appena ammazzata
Nulla di grave sia chiaro
Diciamo che il mio lui c’aveva il rotellino spostato nella testa
Poi dopo che ha preso residenza il suo pene nella mia vagina
Non contenta recuperavo gli schiaffi che mamma non era riuscita a prendere
Caro lui
Lo faceva per il mio bene
Perché mi amava lui
E quindi a volte giù botte
Anche quando ero incinta
Su su non fate quelle facce
Non è mica morto nessuno no?
Cioè
Si io
Ma suvvia
Allegria gente
Allegria
Che non siamo mica al mio funerale
Ah si?
Siamo al mio funerale?
Quella gente che va in chiesa è lì per me?
Quella bara che viene trasportata allora
Maddai
Pensa
E quanti che sono
Guarda c’è pure mia cugina Clelia di Roma
E zio Carmelo
E nonna Nilde
Che peccato non potervi abbracciare
Vabbè
Comunque morto un Papa se ne fa un altro no?
Quindi morta una donna se ne fa un’altra
Chi?
Come chi?
Caro lui
Avrà ben diritto a rifarsi una vita
Vedeste con quale cura mi ha tagliato la gola
Zacchete
Veloce
Rapido
Nemmeno io ero capace a tagliare la carne così
Ah su questo era proprio bravo
Caro lui
Bravo e preciso
Zacchete
Un colpo
La giugolare presa in pieno
Effettivamente poi non deve essere stato facile
Caro lui
Dico
Adagiarmi a terra
Si perché mi ha presa alle spalle
E poi magari mettersi a pulire tutto quel sangue
Mi dispiace avergli dato anche questo disturbo
Beh
Tornando a noi
Rimango incinta signori miei
Mio fratello lo sbattono in un comando militare a Cagliari
Mio babbo intanto si becca una bella cirrosi epatica
Chissà poi perché?
Mah
A volte
La vita
E io mi trovo a mettere nella conta di cui vi parlavo
Anche sta cosa
L’incintaggine
Ovvero sia signori miei
Sarebbe meraviglioso se per una volta
Una sola aveste la possibilità di partorire un figlio
Eh ma voi siete maschi voi
Fate residenza nelle vagine delle vostre donzelle e non solo
Lasciate il semino e chi si è visto si è visto
Ma perché mi dico?
No per curiosità
Perché non c’è la possibilità
Chessò io di dividercelo
Quattro mesi e mezzo a noi femmine
E quattro mesi e mezzo a voi maschi
Ah sai che bellezza
Tieni caro
Ti lascio in eredità per i prossimi mesi il pupo che sta per nascere
No
Tutto dentro alle nostre pance
Almeno le mestruazioni hanno pietà di noi in quel periodo
Almeno quello
Che lui mi penetrava anche se non avevo voglia
Caro lui
Si perché diceva che la voglia e l’istinto non si devono placare all’uomo
Al virile maschio
Sia mai
Che dopo mi bastona pure
Caro lui
Almeno nascerà maschio mi dico
Macché una bella femminuccia
Pronta a divenire anche lei
Una brava e devota moglie al servizio dell’uomo
La odiavo
No no signori miei
Non fate quelle facce
La odiavo perché non ne potevo più
Che non era giusto che anche lei dovesse patire quello che io e mia madre abbiamo patito
Povera lei
Mi chiamo Federica Mellori
E mi hanno appena ammazzata
Nulla di grave sia chiaro
Diciamo che il mio lui c’aveva il rotellino spostato nella testa
Intanto babbo ci aveva lasciato
Mai visto mamma tanto serena
Gli occhiali da sole
Spariti
Anche quando pioveva
E Alice mia figlia cresceva
A calci in culo presi dalla vita
Ma cresceva
Le botte
Le botte annientano le donne
E mentre sono qui morta ammazzata
Mentre quei signori mi stanno portando in chiesa
Dopo avermi adagiata in una bara
Mentre il parroco sta dicendo messa
Esclamando che non è ammissibile che ancora oggi
Le donne vengano uccise in maniera così barbara
Mentre mio marito
Caro lui
È in carcere che solleva pesi
Mentre mia madre piange sulla prima panca della chiesa
Mentre i giornalisti scrivono l’ennesimo articolo
Intitolandolo
Il femminicidio continua
Mentre fuori dalla chiesa il movimento delle donne
Se non ora quando
Sono unite in silenzio
Con un cero acceso
Mentre si organizza un lutto cittadino
Mentre Alice che ha tre anni non capisce ancora bene cosa sia successo
Mentre le campane suonano a lutto
Mentre i poliziotti che mi hanno trovata stesa in una pozza di sangue si fanno il segno della croce
Mentre mio fratello è dovuto rimanere a Cagliari perché a breve lo manderanno in Libano per l’ennesima missione di pace
Mentre i chierichetti smuovono l’incenso
Mentre i fiori emanano quell’odore di morte
Mentre mi portano al cimitero
Mentre la ghiaia viene spostata
Mentre gli occhiali da sole mia madre ora li indossa
E non piove
Mentre mi calano giù nella terra
Mentre i pianti rimangono su nella terra
Io vi lascio signori miei
Una ragazza
Una donna
Una femmina
Una persona
Ammazzata
Ancora
Un’altra volta
Io vi lascio signori miei
Una ragazza
Una donna
Una femmina
Una persona
Ammazzata
Ancora
Un’altra volta
Io vi lascio signori miei
Una ragazza
Una donna
Una femmina
Una persona
Ammazzata
Ancora
Un’altra volta
IO VI LASCIO SIGNORI MIEI
UNA RAGAZZA
UNA FEMMINA
UNA PERSONA
AMMAZZATA
ANCORA
UN’ALTRA VOLTA
Mi chiamavo
Federica Mellori.



















Mimì


Mi moje è n’armadio
Presente n’armadio?
No no non un comodino o na cassettiera
Magari
N’armadio de do ante che dentro se l’apri ce puoi mette tutto estate inverno primavera autunno e qualche stagione in più a piacimento
E c’ha na faccia che non ve dico
Pare n diriggibbile
Sempre ncazzata
io meno la vedo mejo è
e la notte a dormì co sta balena nun ve dico le difficoltà
ogni volta che se sposta pare ce sia er terremoto della settima scala ricber o come se chiama quelo che ha inventato i teremoti?
ecco lui
Poi mica è sempre stata n’armadio
Quando l’ho conosciuta
dico a mi moje
Quando l’ho conosciuta era un figurino
Bassa vabbè quelo ce sta
in sto paese no semo mica dei vatussi
E magrolina con quelle tettine come piacciono a me che se ce metti na mano te restano dentro per trovà conforto e protezione
Era bella mi moje
Na volta
Manco un’anta dell’armadio era
C’aveva du spalline e un corpicino
che ve lo dico a fa
Era bella
Con quei capelli biondi come il sole
Che glielo dicevo sempre
sembri un girasole Mimì
E la notte quanno er sole se ne va tu te chini il capo e d’addormenti con i capelli che se chiudono
Proprio come quei fiori Mimì
E lei me rideva de quel riso sgranato che me riempiva er core
Era pure dolce
Quella che mò conosco manco er ricordo c’ha
Dico l’armadio a du ante
De tutta quella bellezza e poesia
Niente
Zero
Solo incazzo cattiveria e acidità
Boh se lo sapevo mica me la sposavo
Ce stavo un poco e poi la davo a Enzo
Quer fijo de na mignotta che me ha sfasciato la machina na volta che si andava a mare
Che a me Enzo m’è sempre stato sui cojoni e se la meritava lui una come Mimì
Ma no carina dolce bionda girasole
Una Mimì de oggi
Se meritava
E così io me sarei salvato
Mentre Enzo c’avrebbe morto sotto a quella
Che mica c’ha la tempra mia quello
Capace solo a fare er gradasso ma alla fine è un coniglio
Io invece so sempre stato uno tranquillo
C’ho er carattere così
So pacifico de base
Poi se me fai girare me parte la testa e non ce capisco più niente
Come quella volta
Che stavo in spiaggia e me se avvicina uno de ste bulletti del cazzo
Cercava la rissa e io non c’avevo voglia
Diceva che ero un cagasotto
Ma stavo comunque tranquillo
Me ricordo che me allontanavo pure
E lui che me seguiva de più
Poi ha detto qualcosa su mi madre
E me spiace tutto posso sopportà ma non me se tocca mi madre
E non c’ho più visto
Me so girato e ho cominciato a menarglie così tanto che se non c’erano l’amici mia a quest’ora quelo starebbe già ar camposanto
Comunque che stavo a dì?
Ah sì che alla fine me so fatto na vita d’inferno
A pigliarme sta gracilina che poi m’è divenuta una nave da crociera
Che glielo dico ogni tanto
Ah balena ridamme Pinocchio
Così per ride che il senso dell’umorismo manco sa ndo sta d’indirizzo
Il senso dell’umorismo
Glie racconto pure le barzellette
Ma me guarda con quella faccia ebete de chi non ha capito manco che è na barzelletta
E io faccio er falegname
Da sempre
Magari nun ve ne frega nulla
Ma io ve lo dico lo stesso
Faccio er falegname
Taglio la legna e incollo e sego
Insomma quello che fa un falegname
Che mi padre me lo diceva
Non pensà a studià
Imparate un mestiere e vedrai che avrai sempre de che campà
E me pare che fino ad oggi nun m’è andata male
Almeno nel lavoro nun me posso lamentà
Però so anni che faccio sta vita d’inferno
Anni che mando giù sti bocconi avvelenati
e me sento davè sbagliato tutto
de non averce capito niente
della vita
dell’amore
che sarà mai sta cosa?
Amore…
boh
So solo che me so sbiancato a forza de soffrì
So solo che m’ha rinsecchito er core sta balena
E forse er torto è mio che gliel’ho permesso
O forse c’ha raggione lei che me pija a schiaffi con parole che manco Enzo
Dico manco Enzo era così bravo a sfrondarme li cojoni
E so qua che bestemmio dio
E nun me vergogno no
Poi quanno andrò lassù glie faccio un discorsetto a quello
Che manco lo lascio dì na parola
Glie srotolo paro paro tutta a rabbia che c’ho in corpo
Che alla fine sicuro che me perdona di tutti li peccati
E me mette là nel suo paradiso a fianco de li angeli belli
E de la madonna che io sempre c’ho voluto bene a la madonna
De là almeno sarò felice
Perché sta vita l’ho mancata in pieno
M’è passata davanti ed io ho preso er boccone più amaro
Qui squilla il telefono
Ma io mica risponno
Che me frega de risponne
C’ho tutto quello che me serve
Cibo in quantità
Vino
E mi moje più bella che mai
Dovreste vederla mo’
Pare na dea dopo che l’ho convinta a restaurarse
Me sembra n’altra
Manco l’estetista la poteva migliorà così
E me pare pure più dolce
Certo mò nun me dice na parola
E so tre giorni che stamo in sto silenzio
Però se sta bene mò
Niente urla niente cattiveria
Na pace che manco al mare de notte en spiaggia
Pare nu miracolo
Mò me sembra la mia Mimì

Che me lo ricordo ancora de quela sera
Eh Mimì te la ricordi pure tu?
Quanno stavamo lì su quella spiaggia de notte
E ce stavano i grilli che ce cantavano la serenata
E me passavi le dita nei capelli
E me dicevi ch’ero la vita tua
Era er nostro primo anniversario
E m’ero messo da parte i soldi per portarte da Umberto
Che quello faceva un pesce che manco a Napoli lo sapevano fa così bono
E tu c’andavi pazza e me dicevi
Portamece te prego amore mio portamece
E dopo quella bella magnata
C’avevamo solo er mare e la luna che pareva de toccarla da quanto grande era
E m’avevi detto io me te voglio sposà
Er core mio stava impazzendo de tanto felice era
Eh Mimì bella te lo ricordi?
Guardame
Guardame e stamme vicino Mimì
Metteme sto braccio al collo come quella notte
E io te sfioro er seno
C’erano tante stelle Mimì
Tante quanti i baci che ce semo dati
E ammazza quanto t’amavo
Mentre se faceva l’amore
E te sentivo che me volevi
E me sussurravi all’orecchio che volevi un fijo tutto nostro
Me pareva che non c’era altro ar mondo
Solo io e te
Non c’era altro
Mi padre mi madre
L’amici mia
Er lavoro
Niente
Solo io e te
E me batteva forte er core
C’avevo un groppo in gola Mimì
Ricordi?
Ogni volta che me emozionavo
Me se strozzava la gola e la voce me rimaneva dentro
Allora provavo a scriverte sulla schiena
Quello che sentivo
Quello che volevo dirte
E c’avevo tanto da dirte Mimì
Ma poi nu so capace a scrive io
E me ritrovavo con er dito sulla spalla tua
E li pensieri viaggiavano veloci
Come er battito dell’anima mia
E stavo così
Con te nuda che me ridevi tutta
E me tremavano le gambe
E il mio nun te lasserò mai
Che se annodava al tuo non te lasserò mai
Eh Mimì ricordi?
Mò sei bella Mimì
Mò sei dolce e me accarezzi er core
In sto silenzio
Shhhh
Ascolta
Nun lo senti er mare?
E i grilli?
Zitta zitta
Amò questi so i grilli de quando ce amavamo
E se te sporgi n’attimo dalla finestra
Eccola Mimì la luna nostra
Co tutte quelle stelle che glie fanno compagnia
Che meraviglia Mimì

Mò me sa che so arrivati
Stanno a bussà a la porta
Stiamo ancora un poco assieme Mimì
Abbracciame n’ultima volta
Te prego Mimì
Nu me lassà
Ricordi Mimì
Nun te lasserò mai
Ricordi
E mò sei proprio bella Mimì
Co n’anta sola
Anzi che mo’ so due
Che quando arrivano i carabinieri
Glie do quella che me piace meno
Glie dico quando arrivano
Prendeteve quell’anta
Quella che me piace meno
Quella che stava sempre a vomità rabbia
Prendeteve quella che m’ha fatto penà per una vita
Quella che se poteva me faceva un dispetto
Quella che me voleva morto per sfinimento
Prendeteve quella
Che io me riprendo la mia Mimì
Così glie dico agli sbirri
T’ho tagliata co la sega quella per segà er noce
E mentre te tagliavo piangevo Mimì
E ancora mò piango per tutto er male che m’hai fatto
Tutta la cattiveria che m’hai buttato addosso
Piango perché potevamo esse felici
Envece te s’è aggiunta n’anta che t’ha ridotta a bestia
Ma mò sei come quella volta ar mare
Mò nun te lasso più
Mò appena sti sbirri se ne vanno
Io te ce porto de novo a quella spiaggia
E lì famo a l’amore
Perché s’amamo
vero Mimì?
S’amamo?






















Mia

Con spiccato accento del nord

Ue figa hai capito
l’ho conosciuta così in quella disco dai
come si chiama?
Ah Zenit si chiama
L’ho conosciuta lì
Un pezzo di figa ragazzo che neanche te lo immagini
Un culo da urlo
Due tette meravigliose
E il viso?
Che te lo dico a fare
Cazzo c’aveva un viso tipo la Belen
Ecco pareva la Belen ma più bella
E stava lì che ballava con le sue amichette
Io ero tutto arrapato quando l’ho vista
Allora mi son detto figa
O mi tiro qualcosa o qui non ci scappa nemmeno una scopata
Allora sono andato in bagno
Ho steso una bella riga
Anzi due
E me le son tirate su che nemmeno me ne sono accorto
E c’era quella musica del cazzo che però piace tanto alle ragazze
C’avevo la cravatta ancora del lavoro
Che poi diciamolo Roberto
Io mi sono rotto il cazzo di fare l’avvocato
A salvare il culo a quattro stronzi
Vabbè arriva il giorno che li mando a fare in culo
Capito
E mi prendo la barca che ho a Trieste
E vi saluto tutti figa
Dov’ero rimasto?
Ah si
Che lei si muoveva come una dea
Un pezzo di gnocca che non hai idea
E stava lì con le sue amichette
Allora mi avvicino e comincio a fare il coglione
Sai come faccio no?
Le faccio divertire ste stronze
E poi me le scopo
Come sempre
Poi se tiri fuori la carta di credito e paghi tu
Le scopi ancora prima
Che alla fine son tutte del gran troie ste donne
C’hanno la figa col buco per far entrare i gettoni
Più ne metti più si apre e te la danno
Se poi ci metti tanti tanti soldi
Arriva anche il culo
Ste troie
M’avvicino
E le dico
Signorina le posso offrire un drink?
Così le dico
Che volevo scoparmela lì su due piedi
Ma sai che queste vogliono essere prese in giro
Poi te la danno sia chiaro
Ma prima devi fare quelle cose che odio cazzo odio
Ma sono da fare
Tipo piacere come ti chiami
Piacere come mi chiamo
E ste stronzate qui
Poi parte il cosa fai
Maddai interessante
E tu cosa fai
Molto interessante
E di quello che dico e di quello che dice
Non me ne frega una beata minchia
Per essere chiaro
Ma assecondo
Porto pazienza
Porto la mia preda e che preda
Al bancone del bar
E comincio a sciorinare una quantità di stronzate che nemmeno mi ricordo guarda
Sarà stato l’effetto della bamba
Ma stavo a palla
E lei rideva come una dea
Era una dea cazzo
Una dea fottutamente bella
Presente la Belen
Ah te l’ho già detto?
Vabbè comunque molto meglio della Belen amico
Molto meglio
Comunque alla fine mezzi ubriachi
Saliamo sul primo taxi che passa e me la porto a casa
E poi come volevasi dimostrare
Dopo altre due tirate io e due lei
Ci siamo fatti una scopata che nemmeno dio se l’è mai fatta
Una scopata così
E poi è arrivata quella cosa cazzo che non volevo
Figa hai presente quando ti si annoda lo stomaco?
La volevo tutta per me quella dea meravigliosa
Appena ha varcato la porta salutandomi con un bacio sulle labbra e dicendomi ciao bell’imbusto a presto
Figa non c’ho capito più un cazzo
Mentre prendeva l’ascensore
Io ero impanicato
E ora dove andrà?
Con chi starà?
Con chi parlerà?
Ero in crisi di panico totale
Quella donna era mia e doveva restare mia
L’ho chiamata e le ho detto torna
Torna cazzo che mi manchi
Mi ha detto di rilassarmi
Ma io lo so come sono queste
Sono tutte troie
Queste ti accarezzano l’uccello e il cuore
E poi passano alla prossima carta di credito
Magari più carica di soldi
Ho cominciato a mandarle messaggi su messaggi
A spiare quello che faceva su facebook
Non hai idea di quanti coglioni che le sbavano dietro
Stronzi bastardi
Quella donna è mia
Urlavo nella mia stanza vuota
Poi dopo due tre volte che ci siamo rivisti
Lei ha cominciato a non rispondermi
Di sicuro ha un altro quella puttana
Di sicuro si fa sbattere dal primo coglione sfondato di soldi
Ma non esiste
Io ti amo capito?
Ti amo
E più le scrivevo
Più spariva
Ho pianto sai
Cazzo non ridere è una cosa seria
Ho pianto come un bambino
Mi mancava come può mancarti un braccio quando te lo tranciano
E mi tornava alla mente mia madre
Che mi ha lasciato quando avevo cinque anni
E stavo lì in quell’ospedale
E lei piano piano moriva di quel male fottuto
Mamma non morire ti prego
Le dicevo
E lei amore mio non ti devi preoccupare
Io sono e sarà sempre tua
E piangevo con la mia mano nella sua
Su quel cazzo di letto d’ospedale
E la sofferenza è una cosa atroce Roberto
Atroce
Avevo cinque anni e non avevo più mia madre
Ma sapevo che ovunque andassi era mia
E questa cosa che lei mi evitava
Mi mandava in bestia
Non volevo perdere ancora un’altra volta l’amore
Cazzo no
Poi non andavo più al lavoro
Mi era venuta la febbre e non capivo più nulla
Volevo solo lei
La sua pelle
Quel suo profumo
Quelle curve
Quel suo sorriso
E figa la cosa incredibile
è che era pure intelligente e dolce
e per una scopata ero finito quasi al manicomio
ma al manicomio cazzo se ci devo andare ci porto anche lei
come ver’iddio.

ora hai tutto tesoro mio
hai tutto quello che desideri
chiedi e ti sarà dato
ahahahah sembro gesù cristo
cazzo che pezzo di sfigato e stronzo che sono
se hai sete basta che mi chiami
se hai fame anche
tutto quello che desideri amore mio
hai visto che bell’anello che ti ho regalato?
Non piangere ti prego
Sai che non sopporto vederti soffrire
Non credere che mi diverta
Lo faccio per te amore mio
Lo faccio per te e per noi
Smettila di piangere porca di quella troia
Ti ordino di smettere
Troia
Scusa amore non volevo urlare
Ehi ascolta
Ora vado a prendere il sushi
Non ti muovere
Ahahahha dai scherzo
Era una battuta
Bevuto hai bevuto se vuoi pisciare o cacare fai pure
Ti ho messo una bacinella sotto le gambe
Non è il massimo della comodità comprendo
Ma tranquilla poi pulisco io

E poi sai che è successo?
Ascolta amico mio
Quando l’ho accoltellata
Davvero lo facevo per il suo bene
Lei era mia capito?
Mia
Quella dea meraviglia
Prendetevela ora che fa schifo
Ora che ha la faccia trasfigurata
Ora si che potete scoparvela
Pezzi di stronzi qualunque
Che ha amato solo me
E basta
Questa ventenne modella
Ha amato solo me
Dopo le trenta e passa accoltellate che le ho inferto
Potete prendervela
Così gli ho detto amico mio
Anche a quegli sbirri di merda che mi guardavano attoniti dopo aver sfondato la porta di casa mia
Ora potete invitarla a cena
Ahahhahaha
Invitarla al cinema ora che fa schifo
ahahahahaha
È tutta vostra questa bestia da macello
La mia dea non sarà mai vostra
Bastardi
Vero amore mio?
Tienimi la mano ti prego
Tu sei e sarai solo mia.
























RITA

Testo da tradurre in accento del sud, a seconda delle città

Ma che ti urli?
Bastaaaaa
Ho detto bastaaaa
Ca nun me senti?
Minchia ca non su sordo
E ai timpani ci tengo
Ma tu urli come n’aquila
Ma io ca devo fare co tia?
Ah?
Ca devo fare?
Tagliarti l’ugola devo fare
Che dopo puoi strillare quanto te pare
Non la sentite anche voi come strilla?
Matta completa sta fimmena
Ca ancora me chiedo come minchia ho fatto ad accasarmi con issa
Ah voi non la sentite come strilla?
Che mi sono scimunito?
Vi sembro nu scimunito?
No no ditemelo
Su su coraggio avanti
Tranquilli che non m’offendo
Bedda sei e soprattutto zoccola
Ah si non mi guardate così
Che già lo sapete pure voi
La fimmena è zoccola di natura
Sfronzola intorno a voi
Fa le moine
V’arrapa
E poi so tutti cazzi vostri
Con rispetto parlando
Con rispetto
Che poi vogliamo proprio dircele le cose?
Ah?
Vogliamo proprio spiegare come funzionano?
Che ste stronze fanno pure le vittime fanno
E vanno in giro a piangere le amiche loro
Morte ammazzate
Beh care mie
Se siete morte un motivo ci sarà no?
Oh dico
Che so scimunito?
Sentite come strilla ancora
E ancora e ancora
Minchia
Che adesso ci tiro na pietra da quassù
(guardando verso il basso)
Taci zoccola
Che sto parlando
Nun lo vedi che sto parlando
Nun lo senti?
Eh no tu strilli come na gallina strilli
Che poi ci voglio bene in fin dei conti
Si
Ci voglio bene perché alla fine che ci vogliamo fare
Na donna è
Na femmina
Che si può pretendere di più?
Cugliune io che me credevo che fosse un poco più
Come dire
Evoluta
Niente
Tutto a noi maschi tocca fare
Almeno lei come le sue cumpari
Sanno fare i figghi
Che sennò che minchia ce le tenevamo a fare
Ahahah
Na manica di ricchioni diventavamo
Ue ue
Che non sono ricchione io ah
Sia chiaro
Che non vi passi per la mente
Che mi fanno pure schifo quelli
Contro natura sono quei cosi
Ca li ammazzerei tutti
Dei malati de mente sono
Ca se ci fosse Lui
A quest’ora starebbero tutti accatastati in esilio
Ai lavori forzati
Vedi te come gli passa la voglia di essere ricchioni
Però anche essere eterosessuali
Come siamo noi
Minchiaaaaa
Na difficoltà
Diciamocelo
Non ce la prendiamo in culu nel senso vero della parola
Ma con ste fimmene che vogliono emanciparsi
Come minchia si può andare avanti?
Come me lo dite?
(guardando verso il basso)
E bastaaaaa
Ti vuoi stare zitta un attimo
Sto parlando con queste distinte persone
Troia
Nun lu capisci?
Ah
Finiscila
Ca non la sentite?
No?
Minchia a me mi rimbomba la testa per quanto urla
Come dite?
Ah, non c’è nessuno che parla?
Che dite vero?
Che mi sono veramente scimunito?
Certo che
(cominciando a piangere)
(Spostando lo sguardo a destra)
Nun me guardate per favore
Come minchia faccio adesso?
M’è scappata di mano
E come minchia
Dico
Come faccio adesso a tirare su sti due figli
Una c’ha due anni e l’altro quattro
E….e….e
O mo sto qui in caserma
E mi guardate come fossi un mostro
Ma non sono un mostro
Lo giuro
E la pistola non l’ho usata
Quella la uso solo quando sono in servizio
Che sono un carabiniere serio io
Un carabiniere che fa rispettare la legge
Avete capito?
La legge
Ma
Ma
Ma come minchia ho fatto?
Ditemelo
È volata
S’è fatta quei nove piani in un unico enorme grido
(Guardando verso il basso)
E smettila di gridare capito?
Smettila ti prego
Smettila
Ti perdono si
Ma ora torna su
C’è la pasta sul fuoco
Torna su ho detto
Non restare lì ferma impalata a urlare e urlare e urlare
Che non ci posso fare nulla
T’ho spinta si
Vabbene
T’ho spinta e sei volata
Ma ora Rita torna su ti prego
Ca ci sta la piccola che piange
E il grande che mi guarda immobile
Che minchia ci dico eh?
Che mamma s’è fatta buttare giù dalle mie mani?
Eh?
Risponni scimunita
Risponni ti ho detto
Bastaaa
Ma che ti urli?
Bastaaaaa
Ho detto bastaaaa
Ca nun me senti?
Minchia ca non su sordo
E ai timpani ci tengo
Ma tu urli come n’aquila
Ma io ca devo fare co tia?
Ah?
Ca devo fare?
Tagliarti l’ugola devo fare
Che dopo puoi strillare quanto te pare
Mo scendo e facciamo i conti
Scendo e t’ammazzo come vero iddio che mi chiamo Antonio
(Guardando di nuovo il pubblico e l’appuntato sulla destra)
Ma che minchia sto dicendo?
Eh?
Che minchia sto dicendo?
Voglio morire appuntato
Lasci perdere il carcere
Mi spari qui ora
La prego
Non la sopporto
Ca non la sente anche lei?
Appuntato
Ca non la sente come strilla?
No?
Io si
È dentro le mie orecchie
E mi sta masticando il cuore e i polmoni
La prego appuntato
Mi spari
La prego
Bastaaaaaaaaaa.






















PER LEGITTIMA INDIFESA

MADDALENA ENTRA DA DIETRO LE QUINTE, DALLA STANZA DEL MARITO, ZOPPICANDO E BALLANDO E CANTANDO LAMETTE DI DONATELLA RETTORE
ARRIVA IN CUCINA E SI SIEDE AL TAVOLO GUARDANDO IL PUBBLICO SORRIDENDO
APRE UN GIORNALE CHE TROVA SULLA TAVOLA
Oh vediamo un po’ che mi dice l’oroscopo.
Gemelli. Nel libri per bambini ze little engine zet could, che sosa mai vorrà dire poi?, una piccola locomotiva azzurra si offre volontaria per trainare una lunga fila di carrozze su per una ripida collina, anche se non è sicura di potercela fare. Mentre si sforza di trascinare quell’enorme peso, per darsi coraggio continua a ripetere: “Penso di farcela, penso di farcela, penso di farcela”. La storia finisce bene: la locomotiva raggiunge la cima della collina con tutte le carrozze e poi scivola tranquillamente di nuovo a valle. Quando dovrai affrontare la tua prossima sfida, Gemelli, ecco si dai dimmi Rob dimmi, ti consiglio di usare una formula ancora più magica: “So che posso farcela, so che posso farcela, so che posso farcela”. Cazzo di Brezsny, tu si che mi hai capita. Dai dai, com’è che era? So che posso farcela, so che posso farcela, so che posso farcela.
PRENDE IL CELLULARE CHE STA SUL TAVOLO E PROVA A CHIAMARE

Niente non risponde sto stronzo
sono quattro ore che lo cerco ma niente
Mi risponde quella odiosa voce che dice il cliente da lei chiamato non è al momento raggiungibile
riprovi più tardi
Ma secondo te
voce metallica
io non ho riprovato?
Niente quello quando si tratta di tirare fuori le palle diventa immediatamente eunuco
Vabbè riprovo va
tanto ho tempo io
mica ho fretta
ancora quella voce del cazzo metallica
che se la incontro per strada quella
io la strozzo com’è veriddio
la strozzo
E mo? Che faccio?
GUARDANDO VERSO LA STANZA CHE STA DIETRO LE QUINTE
URLANDO
Mo che cazzo faccio?
I patti erano diversi
Amore mio bello tranquillo che non ti lascio
Amore mio bello si si stai tranquillo che mica me ne vado
Noooo
Resto qui a fianco a te come sempre
Come piace a te eh?
Ti piace amore mio bello questa idea?
Ora ti preparo gli strozzapreti quelli che ami tanto
Il tuo piatto preferito
COMINCIA A PREPARARE IL TUTTO PER CUCINARE
E mo dove sta la farina?
Possibile che non si possa trovare mai nulla in questa casa?
Amore mio bello
AUMENTANDO LA VOCE IN DIREZIONE DELLA STANZA FUORI DALLE QUINTE
Amore mio belloooo
Sai dove si trova la farina?
Niente nemmeno una risposta
LA TROVA SU UNO SCAFFALE
Tranquillo amore l'ho trovata
E le uova dove sono?
PRENDE LE UOVA DAL FRIGO
Amore mio bello sto proprio sbadata
RIPONE LE UOVA NEL FRIGO questa pasta va fatta senza uova
Senza uova capito?
Mo fammi un po' leggere che ci vuole ancora?
GUARDA IL TELEFONINO DOVE HA TROVATO LA RICETTA
Un poco di acqua tiepida e sale
in tempo di guerra andava bene questo piatto
direi anche adesso non credi?
Mo lavoriamo bene la pasta come piace a te
Che ti piace quando lavoro la pasta vero amore?
Mi trovi sexy, arrapante vero?
SUONA IL TELEFONO
SI LAVA LE MANI PER RISPONDERE E IL TELEFONO SMETTE DI SUONARE
Mannaggia sempre a chiamare quando non si può rispondere
GUARDA IL CELLULARE
Ah eccolo lo stronzo mo chiama
RICHIAMA
Allora? No dico allora? Chi io alterata? Ma quando mai. Sono serena e tranquilla come la Madonna. Si. A casa sto dove vuoi che stia. E tu dove sei? Lui come sta? Benissimo come vuoi che stia, come sempre.
GUARDANDO VERSO LA STANZA
E’ Silvano
RIPRENDENDO A PARLARE AL CELLULARE
Ti saluta tanto anche lui. Comunque io ho già fatto la valigia, manchi solo tu.
E mo? Come? Non puoi passare di qui? E che faccio io? No dimmi che faccio io tesso la tela? No ora tu vieni qui bello mio che sennò  ti vengo a pigliare e vedi te che ti faccio pentire di essere nato. Ti faccio pentire. Madonna Gesù perché tutte a me? Si si vabbè quanto ci metti? Ho detto quanto ci metti? quando vieni qui? quando mi porti via? cazzo sei sordo? Pronto. Prontoooooo prontooooooo
Figlio di puttana che mi ha buttato il telefono in faccia sto cafone
Ma quando ce l'ho davanti vedi te come lo sistemo
Amore mio bello
GUARDANDO VERSO LA STANZA
vedi poi come lo sistemo
eh che tu si che mi capisci
COMINCIA A CANTARE E SE DOMANI DI MINA E LAVORA LA PASTA
Ah, mo la pasta è fatta,ora la lavoro bene e metto su l'acqua
Chissà poi perché si chiamano strozzapreti
eh tesoro
PRENDE UN COLTELLO MACCHIATO DI ROSSO NON SI CAPISCE SE SIA SANGUE O SALSA DI POMODORO
Che non ti schifi vero se uso questo amore mio bello?
Non c'ho voglia di lavarlo dai porta pazienza su
Eh come dici? Che mi pareva che avessi detto qualcosa
Ma sicuro mi hai detto che mi ami
Sicuro
E che mi vuoi portare al cinema stasera
A vedere uno di quei film che mi piacciono  tanto
Come si chiama mannaggia
Che io non mi ricordo mai i titoli
E nemmeno i nomi degli attori
Che l'amica mia Anna ogni volta che mi dice
Hai visto questo? Hai visto quello?
Io non lo so magari l'ho visto ma non ricordo.
Che a me comunque piacciono quei film romantici con quello là buddista, mannaggia come si chiama? Quello che ha i capelli brizzolati
bello come il sole.
Uff che noia ah si ecco Richard Gere eccolo.
Quanto è bravo e quanto è bello.
Che dovevo sposarmi lui io. Io mi meritavo uno così.
Mi faceva vivere come una Pretty Woman.
Che io non sono mica una puttana sia chiaro però magari per lui chissà l'avrei pure potuta fare.
Che un po' mignotte lo siamo tutte su non raccontiamocela. 
Come l'amore mio e i suoi amici uomini
sono tutti un po' maiali e stronzi e bastardi  e figli di mignotta
per rimanere in tema. Che io mica chiedo tanto. Chiedo tanto amore mio bello? Visto? No. Un regalo ogni tanto che alle donne fa sempre piacere. E tu che sei sempre stato presente me ne avessi fatto uno che sia uno. Manco un mazzo di fiori, in 15 anni di questo bel matrimonio. E poi magari chessò mi sarebbe piaciuto ogni tanto andare fuori a cena.
RIDENDO E GUARDANDO VERSO LA STANZA
Si vabbè scusa amore mio bello, stavo delirando. Come dici?
Ah pensavo che avessi detto qualcosa? Voce bassa oggi? Ma che hai amore mio bello? Che hai che non mi rispondi? Mi devo preoccupare?
AVVICINANDOSI VERSO LA STANZA IN MODO FINTAMENTE PREOCCUPATO
Amore mio bello dillo alla moglie tua, stai bene?
RIDENDO E TORNANDO VERSO LA TAVOLA
Ma certo che stai bene. E chi ti ammazza te? Eh? Nemmeno un cancro nemmeno. Stai come una  roccia tu. Che qui quella che sta sciancata a causa delle tue carezze che mi hai caricato addosso con forse un tantino troppa foga, dico quella che sta un po’ peggio sono io eh? carezze in un pugno vero amore mio bello? Un po’ come quella canzone di Celentano, solo che tu mi accarezzavi con le mani chiuse. Beh ognuno manifesta il proprio amore come crede no? Ammazza quanto mi ami amore mio bello. Sto ancora qui a curarmi gli ematomi per tutto quel tuo amore che mi butti sempre addosso.
TOCCANDOSI LA PANCIA
Mamma mia che male, qui tesoro ti sei sbagliato però. Ti ricordi amore mio bello? Ieri sera mi hai massaggiato la pancia con le scarpe, sempre con la tua forza muscolosa. Sembravano calci ma io so che tu mi stavi solo amando. Che tu non mi picchieresti mai vero?
 
GUARDANDO VERSO LA STANZA
No amore mio bello tu sei il mio Angelo del cielo in terra vero? Ora poi sei meraviglioso.
Così ti voglio sempre.
bello calmo che non ho ricordi di te cosi da anni.
Ahia
SI TOCCA LA PARTE INFERIORE DELLA SCHIENA
Mamma mia che male
che qui hai picchiato duro eh?
ma ti perdono amore mio bello ora ti perdono
GUARDANDO IL CELLULARE INTANTO HA FINITO DI PREPARARE GLI STROZZAPRETI E METTE SU L'ACQUA
Ma quello stronzo che fine ha fatto?
Dico amore, che devo fare con voi uomini?
Preparo la cena con il tuo piatto preferito e non rispondi,
dico a quello di passare a prendermi e sparisce 
Ma non erano questi i patti eh no.
I patti erano altro cazzo.
Che devo fare dimmelo tu che sai tutto.
Dimmelo amore mio bello che devo fare?
Mi ammazzo?
Eh che dici?
Mi taglio la gola?
O le vene dei polsi? Nooo fa troppo tragedia greco/napoletana
Mj faccio lesbica?
No no dimmelo sincero.
Oppure mi faccio suora
Si dai suora e di clausura pure
Poi certo se mi faccio suora a fare gli strozzapreti non so quanto possa entrare nelle grazie del clero che dici?
Che poi chissà perché si chiamano strozzapreti.
Forse perché i contadini una volta li preparavano apposta per invitare il prete del paese e lo ingozzavano così  tanto  che quello alla fine si strozzava e amen viva Maria Giuseppe Gesù 
Amore mio bello non ti strozzare anche tu
RIDE IN MODO SGUAIATO
RIDE ANCORA
PROVA A CHIAMARE CON IL CELLULARE MA NON RICEVE RISPOSTA
URLA
Vaffanculo pezzo di merda com’è veroiddiio ti vengo a cercare e ti faccio fare la fine del prete quello dei contadini per intenderci
Vedi te
com’è vero Iddio che mi chiamo Maddalena
vengo lì e ti strafogo di questa pasta
PARLA TENENDO IN MANO IL TELEFONO COME SE IL TELEFONO FOSSE L'UOMO CHE NON RISPONDE
Che cosa cazzo te ne frega a te che l'ho preparata per lui. Tanto non mi sente bello mio  Tanto non mi sente
Sordo?
Ecco chiamiamolo sordo cieco e pure muto
Sta come un pasciá
come lo starai tu
giuro
Ti faccio stare anche a te come un pasciá
Anche meglio fidati
Prendo il coltello quello che ho usato per tagliare questa pasta, bello sporco e caldo
URLANDO
e lasciami finire di parlare
E te lo conficco nel cuore perché tu tanto non ce l'hai un cuore
Proprio come quel vitello che sta di lá che piano piano rantolando muore dissanguato
Che mi chiedo come sia possibile che abbiate il sangue voi pezzi di merda
voi che pretendete di essere obbediti
che volete la donna al vostro servizio e che sia la vostra serva la vostra schiava e la picchiate e guai se dice qualcosa
e io per anni ho subìto
ho sopportato
I soprusi le mancanze di rispetto
le botte
Lo vedi questo naso?
INDICANDO CON IL DITO LA STANZA
Me l'ha spaccato lui
e questi denti?
me li sono rifatti due volte perché i suoi pugni me li hanno fatti saltare
ma mi dicevo che dovevo sopportare
che è così che va il mondo che non potevo chiedere di più
e poi dopo una vita così ho incontrato te e speravo, speravo cazzo di vivere finalmente anch'io un po’ d’amore quello vero quello che ti svegli la mattina e ti senti al sicuro quello che non devi tremare quando ti cade una tazzina del caffè perché hai paura di essere picchiata e violentata quello che ti fa battere forte il cuore e senti che puoi essere libera di amare ed essere amata e sai che anche se ti è andata storta fino adesso ora tutto torna come nelle favole e vissero felici e contenti perché arriva il principe azzurro e ti porta via e invece anche tu sei come tutti gli altri sei una merda un vitello da sgozzare perché mi hai abbandonata qui dopo che per te ho tagliato per legittima indifesa quell'amore mio bello, si per legittima indifesa si, perché mentre mi stava per l’ennesima volta violentando dopo avermi portata in camera facendomi strisciare per terra sbattendo la faccia contro gli stipiti io avevo messo la sera prima il coltello da cucina sotto il letto e mentre lui l’amore mio bello mi penetrava io
SI FERMA GUARDA IL CELLULARE CON LE LACRIME AGLI OCCHI
Io…io sono proprio una illusa ecco cosa sono
Un’illusa
APPOGGIA IL CELLULARE SUL TAVOLO, SCOLA LA PASTA, TIRA FUORI DEL SUGO DI POMODORO DAL FRIGO, LO RISCALDA UN ATTIMO E LO VERSA NEL PIATTO DELLA PASTA E COMINCIA A RIDERE, SI VERSA UN BICCHIERE DI VINO ROSSO E  MANGIA CON IL COLTELLO CONFICCANDOLO NEGLI STROZZAPRETI E RIDE RIDE E RIDE
PRENDE IN MANO IL BICCHIERE DI VINO
Beviamoci su. Brindiamo all’amore
RIDENDO
So che posso farcela, so che posso farcela, so che posso farcela.
BUIO

Francesco Olivieri