giovedì 30 maggio 2013

Marina Abramovic



Marina

C’è donna di donna
C’è donna di donna
C’è donna di donna
C’è forza dilaniante d’attesa  
C’è errore scorticato sulla pelle
C’è incedere tempo che ripete ripete ripete
C’è energia sbrana sperimentazione
C’è corpo oggetto riciclato
C’è tensione d’abbracci divaricati
C’è amore dissemina muraglie sperse
C’è sguardo clessidra non aspetta
C’è sogno scavalca fatica
C’è rabbia siede su gambe dell’arte
C’è follia interroga la massa
C’è carne contro carne
C’è violenza contro violenza
C’è passione contro passione
C’è pioggia spenta su labbra serrate
C’è tenacia non morire sulla morte
C’è respiro dolore abbattuto da zolle di terra
C’è istante osserva incantato
C’è corsa statica in movimento
C’è ritmo d’abbandono
C’è coltello apre ferite del mondo
C’è memoria di lingua perduta
C’è parola tinta urla ortodossa
C’è voce ai piedi delle labbra
C’è luce silente che vacilla
C’è carne nella carne
C’è violenza nella violenza
C’è passione nella passione
C’è donna di donna
C’è donna di donna
C’è donna di donna
C’è forza dilaniante d’attesa  
C’è errore scorticato sulla pelle
C’è incedere tempo che ripete ripete ripete
C’è energia sbrana sperimentazione
C’è corpo oggetto riciclato
C’è tensione d’abbracci divaricati
C’è amore dissemina muraglie sperse
C’è sguardo clessidra non aspetta
C’è sogno scavalca fatica
C’è rabbia siede su gambe dell’arte
C’è follia interroga la massa
C’è carne contro carne
C’è violenza contro violenza
C’è passione contro passione
C’è pioggia spenta su labbra serrate
C’è tenacia non morire sulla morte
C’è respiro dolore abbattuto da zolle di terra
C’è istante osserva incantato
C’è corsa statica in movimento
C’è ritmo d’abbandono
C’è coltello apre ferite del mondo
C’è memoria di lingua perduta
C’è parola tinta urla ortodossa
C’è voce ai piedi delle labbra
C’è luce silente che vacilla
C’è carne nella carne
C’è violenza nella violenza
C’è passione nella passione
C’è donna di donna
C’è donna di donna
C’è donna di donna
C’è forza dilaniante d’attesa  
C’è errore scorticato sulla pelle
C’è incedere tempo che ripete ripete ripete
C’è energia sbrana sperimentazione
C’è corpo oggetto riciclato
C’è tensione d’abbracci divaricati
C’è amore dissemina muraglie sperse
C’è sguardo clessidra non aspetta
C’è sogno scavalca fatica
C’è rabbia siede su gambe dell’arte
C’è follia interroga la massa
C’è carne contro carne
C’è violenza contro violenza
C’è passione contro passione
C’è pioggia spenta su labbra serrate
C’è tenacia non morire sulla morte
C’è respiro dolore abbattuto da zolle di terra
C’è istante osserva incantato
C’è corsa statica in movimento
C’è ritmo d’abbandono
C’è coltello apre ferite del mondo
C’è memoria di lingua perduta
C’è parola tinta urla ortodossa
C’è voce ai piedi delle labbra
C’è luce silente che vacilla
C’è carne nella carne
C’è violenza nella violenza
C’è passione nella passione
C’è donna di donna
C’è donna di donna
C’è donna di donna
C’è forza dilaniante d’attesa  
C’è errore scorticato sulla pelle
C’è incedere tempo che ripete ripete ripete
C’è energia sbrana sperimentazione
C’è corpo oggetto riciclato
C’è tensione d’abbracci divaricati
C’è amore dissemina muraglie sperse
C’è sguardo clessidra non aspetta
C’è sogno scavalca fatica
C’è rabbia siede su gambe dell’arte
C’è follia interroga la massa
C’è carne contro carne
C’è violenza contro violenza
C’è passione contro passione
C’è pioggia spenta su labbra serrate
C’è tenacia non morire sulla morte
C’è respiro dolore abbattuto da zolle di terra
C’è istante osserva incantato
C’è corsa statica in movimento
C’è ritmo d’abbandono
C’è coltello apre ferite del mondo
C’è memoria di lingua perduta
C’è parola tinta urla ortodossa
C’è voce ai piedi delle labbra
C’è luce silente che vacilla
C’è carne nella carne
C’è violenza nella violenza
C’è passione nella passione
C’è donna di donna
C’è donna di donna
C’è donna di donna.


©OlivieriFrancesco

lunedì 27 maggio 2013

Nuda



Una donna sola nuda su una zattera in mezzo al mare

Datemi due polmoni
Per favore
Datemi due polmoni
E un cuore
Che il mio non lo sento più
L’aria entra ed esce da questa mia carcassa
Come abitudine senza senso
Voi vi cibate di cielo e fate bene
Io non so più nemmeno cos’è lo sguardo
Figuratevi il cielo
Ho appeso ai ricordi l’ebbra illusione
Quella sensazione di appartenenza
La minestra è sul fuoco
I panni stesi
Le scarpe lasciate sulla porta
Il sapore dell’alienazione
Mi pervade
E la libertà mi ride in faccia
Quella gran puttana
Mi ride in faccia con quei denti di fil di ferro
Sguaina senza pudore il suo essere
E sono qui che ascolto l’assordante nulla che mi circonda
Siete pecore da macellare voi?
Ditemi vi prego
Siete pecore da macellare?
Buoi da sgozzare?
Che sarebbe bello si
Proprio bello e divertente vero?
Versare sangue per un motivo che sia uno
La patria
Urla il maiale mio vicino
La patria è un fazzoletto zeppo di lacrime caro mio
Ma lo sentite?
La patria
Versare sangue per un motivo che sia uno
E tutte le bocche affamate pregano in coro
Ascoltate ascoltate
Pregano in coro la volontà divina di dar loro pane da digerire
Pane e acqua da gonfiare stomaci ignoranti
Nella moltitudine c’è il vuoto che sparecchia la tavola imbandita di carne umana
Un’enorme tavola imbandita preparata in nostro onore
Le lotte per l’uguaglianza
La condivisione della speranza
Gli abbracci tracciati dal desiderio dell’utopia
Ricordate?
Le lotte per l’uguaglianza
La condivisione della speranza
Gli abbracci tracciati dal desiderio dell’utopia

Dove sono?
Dove li posso trovare?
Ditemi voi che sapete tutto
Ditemi dove posso raccoglierli
Come fiori di campo
Ma la vedete questa zattera che mi conduce verso l’enigma?
Perché qui non ci sono altro che risposte mute
In questo mare che sbanda il cielo
Datemi due polmoni
Per favore
Datemi due polmoni
E un cuore
Che il mio non lo sento più
Eccolo l’utero che tanto cercavo
L’utero da dove vengo
È vivo e accogliente
Guardate anche voi
Ora ci metto una mano dentro per sentire la mia assenza
Sa di primavera
Vi assicuro
Ha la consistenza della primavera
Questa sacca svuotata di vita
Profuma di miele e rondini
Raccolgo la prima scena della disperazione

La appoggio qui
Così la potete vedere bene anche voi
Un grido lacerante preparato per nove mesi
Ricordo ora
Ricordo bene
Nella bara della pancia di mia madre
Divenivo carne incollata all’anima
Da quella morte cosciente non respiravo altro che i battiti della solitudine
Nel carcere di questo feto ho percorso la nostalgia dell’essenza
Quale essenza?
L’essenza di essere senza esserci
Io stessa fabbrica di vita
Cerco
La vita
Ho dimenticato qualcosa da fare
Ne sono certa
Ora non ricordo
Ma ho dimenticato qualcosa da fare
Ah si
Innaffiare i tulipani
Senza di me non hanno senso
Ve lo dico io
Senza di me non provano nemmeno a sbocciare
È potere puro
Il potere di far dipendere qualcosa
Sono la carnefice di questa distruzione che ora si sta compiendo?
Voi non siete da meno
Addobbate le vostre relazioni sulla dipendenza
E masticate senza senso il gusto amaro dell’appagamento
Comunque
Questo feto
Contenitore del vagito primordiale
Ora sanguina
Sanguina da un lato
Vedete anche voi?
Mentre il mare sbanda il cielo
Faccio fatica a tenermi in piedi
Lui sanguina
L’oppressione
L’odio
La cattiveria
Perché sono qui?
Perché parlo a questo mio corpo che non sa che fare?
Perché cammino senza deambulare?
Eccola la vita che mi passa davanti
Eccola che sorprende il tempo
Corri cara vita mia
Corri non farti sfuggire nulla di quello che puoi
Afferra l’entusiasmo e vai
E poi?
Io
Tu
Uno
Due
Eppure siamo solo due io che sono destinati a svuotare il proprio bagaglio da soli
Lo sapete si?
Io
Tu
Uno
Due
Poi la moltitudine
La massa
Sentitela la massa che grida
Che si muove come un pachiderma sulla terra
Batte con violenza la lingua sorda sui muri del rancore
Confina il singolo nella disperazione della solitudine
Regalandogli l’esaltazione di viverla insieme
Io
Tu
Uno
Due
Poi più niente
Datemi due polmoni
Per favore
Datemi due polmoni
E un cuore
Che il mio non lo sento più
Questo mare vuoto ricolmo di acqua
Specchio di un mare ancora più immenso
Mi fa tremare

Qui musica e danza contemporanea
Si sdraia sulla zattera a pancia a terra

Mi fa tremare
Allora rallento
Rallento questo mio turbinare pensieri appesi al destino
Perché siamo figli del destino vero?
Eh ditemi
Siamo figli del destino?
Oppure siamo marionette del nostro stesso dramma
Coloro che muovono i fili della storia
La nostra storia
La mia storia
Mi senti?

Guardando il suo riflesso nell’acqua

Mi sentiiiiiii?
Senti questa voce metallica che regge questo mio navigare?

Ride in modo sguaiato

Certo che mi senti
Ti vedo che soffochi la solitudine nelle onde
Ma stai serena amore mio
Stai serena che ora ci sono io che penso a noi
Io e te siamo della stessa matrice
Eppure perché non ti riconosco?
Perché l’immagine di questa donna che sembra me
Svanisce in questa acqua salata?
Eppure sei tu quella che rappresenta questo mio corpo
Sei tu immagine riverberata di un pensiero riflesso
Che dai sostegno a questa struttura che mi sorregge
A fatica
Ma mi sorregge

Urlando guardando la sua immagine nell’acqua

Mi sentiiiiii?
Parlo con te
Mi sentiiiiii?
Senti quando strillo il sudore delle lacrime
Quando senza sosta racconto del mio silenzio
Senti quando mastico la tristezza
Quando invece appendo sorrisi alle nuvole
Senti quando impreco questa mia vita
Quando invece benedico questa mia vita
Parlo con te
Anche se fai finta di non ascoltare
Se mi osservi con quell’indifferenza tipica della realtà

Spostando ora la testa e non guardando nell’acqua

Vedi cara
Ora non sei più nulla
Ora non solo non mi senti
Ma non esisti
Ci sono solo io e questo pezzo di legno che mi sorregge
Pensavi di essere chissà chi
Ma io posso fare a meno di te
Mi tocco il viso e mi immagino
Ecco i capelli
Sono neri al tatto
La fronte è serena senza pieghe che la smuovono
E gli occhi?
Eccoli che li tasto
Qui dentro entra quello che vedo mentre immagino quello che sono
Le ciglia sono affilate come spighe di grano
Eccole le pupille
Azzurre
Come quest’acqua che mi circonda
Azzurre
Le dita scendono e arriva il naso
Che taglia questo viso un po’ ovale
Mi pare
Non troppo
Sento le guance che predispongono l’umore a volare sulle labbra
Eccole queste ali che librano parole
Eccole che raccolgono vento e pioggia
Che baciano queste dita leccandone il sapore

Si lecca le dita una a una

Che buone queste dita
Questo sapore acre di vissuto
Eccole che bagnate passano sul mento che sporge sul baratro del collo
Poi una discesa feroce per giungere vicino al cuore
Eccolo
È vivo
Come me
È vivo
Ma non lo sento
Ascoltate attentamente
Il cuore che batte senza rumore
Che mi sostiene
Un battito inesistente che detta il tempo
Questo tempo solo
Questo tempo nudo

Sedendosi sulla zattera spalle al pubblico
Qui musica e danza seduta con il corpo

C’è una nebbia che filtra nelle vene
Tesse la trama di questa mia vita
Raccoglie i fili del passato
Ad uno ad uno
Senza sosta
C’è una nebbia che filtra nelle vene
Spalanca questa voglia di abbracciarmi
Sola
Raccolgo la semina delle sconfitte
Frutti colorati di blu e avorio
Frutti caldi e passionali
Ogni ruga contiene un passo azzardato
Un cammino tracciato dalla piega di questa pelle
Nuda
Ho la voce silente
La voce della solitudine
Quella stessa voce che canta madrigali nel cuore della notte
Mentre le frecce dell’erotismo si conficcano nei sogni
Mentre i coltelli dell’amore si piantano tra queste gambe
Ogni ruga contiene un passo azzardato
Un cammino tracciato dalla piega di questa pelle
Nuda

Sempre seduta rivolta al pubblico
Guarda il pubblico in silenzio musica di sottofondo

Perché nuda sono
Gli abiti servono a coprire le nostre debolezze
Ma guarda che bella camicia
Non vedi?
Ma quanto è bella quella gonna
Dio mio quanto è bella
Ma la pelle non tradisce l’illusione di una maschera per il corpo
Questa pelle che voi vedete
Questi capelli
Questi peli
Sono me
Sono io
Sono voi
Questa pelle come un tamburo aspetta il giusto slancio
Per migrare verso la decadenza
Ma questa è
Vero?
Questa è
Tante cellule abbracciate che insieme unite come in una folla
Tengono in piedi questa mia struttura
La folla
Questa folla di cellule
Vivo nella solitudine della folla
Vivo nella solitudine della folla
Che posso fare di più?
La volontà del vivere questo spazio di mondo
Mi è estranea
Dormire
Mangiare
Lavorare
Dormire
Mangiare
Lavorare
Vorrei avere l’albero di me bambina
Quello che cavalcavo come una strega
Che baciavo e abbracciavo per riempire questo spazio
Lo spazio che ci danno quando ci buttano sulle strade di questa terra
Quello spazio che ci danniamo a colmare di tutto il nulla
Che preme la mente
Che sgonfia il cuore
Che preme la mente
Che sgonfia il cuore

Si alza in piedi gambe aperte guardando l’orizzonte

Datemi due polmoni
Per favore
Datemi due polmoni
E un cuore
Che il mio non lo sento più
Questo mare vuoto ricolmo di acqua
Specchio di un mare ancora più immenso
Mi fa tremare

Ora si rende conto che quel mare è tantissima gente
Lei è muta in piedi la sua voce registrata parla mentre piano piano indietreggia sempre guardando il pubblico fino a sparire nel buio della scena

Mi fa tremare
Mare di gente che sbanda il cielo
Rifletti l’abbandono del feto
Mare di gente che sbanda il cielo
Ascolta ogni singola goccia
Mare di gente che sbanda il cielo
Divieni mare d’amare
Divieni mare d’amare
Divieni mare d’amare.

©OlivieriFrancesco

Testo protetto dai diritti SIAE

domenica 19 maggio 2013

Gli atomi dell'anima




Gli atomi dell'anima


Corpo
Vedete?
Vene di sangue
Credo
Cellule che come mattoni tengono in piedi questa tensostruttura
Acqua che la rende fluida
Corpo
Vedete?
Chimica pura
Atomi alla potenza
Ognuno abbracciato all'altro per formare armonia
E se per caso qualcuno dissente?
Se si esula da tutto?
Se tanti lo seguono come esempio?
Nessun problema
Alla chimica si risponde con la chimica
Eppure il mio corpo ha gli atomi esausti di questa chimica
Forse sono gli atomi dell'anima
Forse
M come Multiple
Da leggersi all’inglese
Quindi multipol per intenderci
Che l’inglese lo masticate un poco no?
Io d’obbligo per gli studi che ho fatto
Che studi mi domandate?
Medicina
Salvare il prossimo era la mia missione
Sei anni più quattro per divenire medico chirurgo
Il corpo lo conosco come le mie tasche
Ne ho tagliati tanti sapete?
Aperti
Svuotati del male e del marcio
Richiusi come un sacchetto
E spediti a casa
Quelli che a casa tornavano
Gli altri li ricucivo solo per l’obitorio
Alcuni mi lasciavano l’ultimo respiro sulle mani
Mentre invano cercavo di iniettargli aria nei polmoni
Non c’è cosa più atroce di trovarsi di fronte un corpo che rifiuta l’aria
L’ossigeno
O2 in chimica
Alcuni proprio smettevano di respirare prima ancora che il cuore se ne rendesse conto
Lui batteva ignaro del fatto che di lì a poco avrebbe chiuso baracca e burattini
Prima dell’uso leggete attentamente tutte le informazioni contenute nel foglio illustrativo
Prima dell’uso
Ascoltatevi
Prima dell’uso
Ascoltatevi
Prima dell’uso
Ascoltatevi
E non lo dico più chiaro?
Che non mi si dica poi che non l’ho detto
Corpo
Questa materia instabile parla una lingua tutta sua
Effetti desiderati dei Fans
Che ti applaudano a fine spettacolo
No dai scherzo
Parlo dei Fans quelli in pasticche
Allora
Stare bene grazie
Che cazzo se prendo una medicina avrò ben il diritto di voler stare bene
Così diceva mio fratello
Te che puoi passami sti benedetti farmaci senza che spenda un patrimonio
Dai che qui la febbre sale
E domani mi vogliono in ufficio
Su su poche storie
Dammi la mia sana dose di chimica da spararmi in gola
E domani vedi come corro al lavoro
Seh la febbre
Quello ha sempre avuto la febbre del sabato sera altroché
E giù a ballare i vari grease e disco inferno
Che io ero quello tranquillo
Ma datti una mossa fratello mio
Mi diceva
Che sembri quelle mummia dell’egitto
Tutankamanon o come diavolo si chiama
A sto punto fatti costruire una piramide
Portati anche uno stereo con il disco dell’Aida
E rilassati così
Io ballo fratello mio
Ballo e cucco
Ogni tanto mi ammalo
Ma una pasticca e via
Una riga e via
E ballo e cucco
Devo spiegarvi cos’è la riga?
Ecco ci siamo spiegati
E non farmi quella faccia da moralista
Che un tiro ti farebbe solo bene
Almeno una volta vivresti anche te
Mi diceva
Così mio fratello si gestiva al meglio
Lo ascoltava il corpo secondo voi?
Secondo me quel corpo era diventato afono a forza di urlargli nelle orecchie
Ma allora mica lo sapevo
Ero sordo anch’io
E i farmaci erano per me e la mia famiglia la sicurezza della salute
Effetti indesiderati
Effetti cutanei
Talvolta
Sentite bene
Talvolta si possono verificare eruzioni cutanee su base allergica
Reazioni bollose inconcludenti Sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi tossica epidermica
Quest’ultima molto raramente
Quindi stiamo in una botte di ferro eh?
Effetti gastrointestinali
Possono verificarsi ulcere peptiche
Non male vero?
Perforazione o emorragia gastrointestinale
Di bene in meglio direi
A volte fatale
Ah beh a volte
Non sempre
Poi in ordine sparso
Nausea
Vomito
Diarrea
Flatulenza
No signori miei non flautolenza
Vorreste voi eh?
Flatulenza si insomma quella roba lì
Costipazione
Dispepsia
Dolore addominale
Melena
Non è una mela del Trentino
E nemmeno un riferimento alla Bellucci
Ematemesi
Stomatiti ulcerative
Esacerbazione di colite e mordo di Crohn
Per concludere questo bel giretto negli effetti indesiderati che sono leggermente superiori a quelli desiderati
Concludiamo la panoramica con
Effetti cardiovascolari
Ovvero
Edema
Ipertensione e insufficienza cardiaca
Potrebbe esserci un modesto
Dico modesto quindi relax gente
Aumento del rischio di attacco cardiaco
Detto anche comunemente infarto miocardio
No no non mio nel senso di mio
Miocardio nel senso di ictus
Oh adesso già sto meglio
Non state meglio anche voi?
Mi sento proprio sollevato
Te si che sei fortunato
Il Giobbe mio mi appare sempre nei sogni quando sono preoccupato
Te c’hai un gran culo per dirla vecchiotestamente
Che almeno gli effetti quelli lì indesiderati ce li hai
Forse
Ma insomma devi avere della gran sfiga ragazzo
Che il Giobbe mio
Si insomma quello dei miei sogni era un po’ come dire
Sbracato nel porsi
Aveva una dialettica diciamo molto popolare
Che te non sai cosa ho passato io
Altro che
E non avevamo mica le medicine noialtri
Avevamo solo quel dio lassù incazzato come una belva
Ancora per quella storia della mela
Che poi dico io
Erano già passati degli anni
Che dico anni
Secoli
E quello ancora lì che gli giravano i maroni per la mela
Che io ce lo dicevo
Ma lascia stare la mela
Son ragazzi
Sai come sono i ragazzi
Oh non lo avessi mai detto
Mi diceva sempre il Giobbe mio nei sogni
Non l’avessi mai detto
Mi ha tirato dietro tante di quelle maledizioni
Che sono ancora qui che mi lecco le ferite
E te
Diceva a me
E te ti lamenti delle tue pillole
Dei tuoi Fans
Magari averne dei Fans io
Che nessuno mi caga a me
Zero totale
Chiedi chiedi in giro
Se qualcuno ha letto la Bibbia
Ti tirano sempre fuori a parte lui
Dico
Ti tirano fuori del vecchio testamento
Subito subito
Adamo ed Eva
Poi Isaia
Mosè
Ma di Giobbe manco una parola
E se qualcuno si ricorda
Dice
Ah si quello sfigato totale
Poveretto
Quindi
Mi diceva il Giobbe nei miei sogni
Molla l’osso con sta storia che hai le medicine che ti fanno male
Passami invece un paracetamolo va
Che mi sa che ho qualche linea pure io
Oltre che tuo fratello ballerino
Corpo
Vedete?
Vene di sangue
Credo
Cellule che come mattoni tengono in piedi questa tensostruttura
Acqua che la rende fluida
Corpo
Vedete?
Chimica pura
Atomi alla potenza
Ognuno abbracciato all'altro per formare armonia
E se per caso qualcuno dissente?
Se si esula da tutto?
Se tanti lo seguono come esempio?
Nessun problema
Alla chimica si risponde con la chimica
Eppure il mio corpo ha gli atomi esausti di questa chimica
Forse sono gli atomi dell'anima
Forse
C come Chemical
Sempre da leggersi all’inglese
Chemical
Sto giro si assomiglia a come si scrive
Che dico perché scrivono in un modo e leggono in un altro?
No dico
Voi ve lo siete chiesti?
È un lavoro in più
L’italiano in questo è semplice
Scrivi e leggi come scrivi
No quelli là
Quegli inglesi strani lassù
Devono cambiare tutto
Vabbè che a voi frega poco di come scrivono e leggono gli inglesi
O sbaglio?
Non sbaglio
Poi un giorno in sala operatoria
Stramazzo al suolo
Come un pesce morto
Pam
A terra
Faccio fatica a respirare
I medici lì vicini mi ricoverano subito e più il mio corpo riceve medicine più sto male
Sento la pelle bruciare
Il mio corpo è andato in tilt
Sapete che vuol dire tilt?
No?
Ve lo spiego io
Tilt è l’acronimo di
Toxicant
Induced
Loss
Of Tolerance
Che tradotto per chi dell’inglese se ne fotte
Perdita di tolleranza indotta da sostanze tossiche
Scusate devo bere un attimo
Rimettermi la mascherina per proseguire
Scusatemi davvero
Non riesco a stare molto a contatto con voi infetti
Tranquilli
Per infetti intendo voi che siete a contatto con le sostanze tossiche
Comunque tornando a noi
Da quel giorno comincio ad avere problemi seri
Giramenti di testa ingiustificati
La pelle che diviene fuoco vivo
E vi assicuro che non è un bel sentire
Mal di stomaco
Nausea
Vomito
Rinite cronica
Problemi di respirazione
Avete presente tutti gli effetti indesiderati di prima che vi ho elencato?
Ecco diciamo molti di quelli
Ma non sono allergico
Non sono malato per i miei colleghi
Perché una diagnosi non è possibile farla
Intollerante ai farmaci
Sei un ipocondriaco mi ha detto mio fratello
Sei un cazzo di ipocondriaco che non vuole affrontare la realtà
Ad ogni malattia
Dice lui
C’è la sostanza giusta che te la toglie
Che te la cura
Siamo chimica cazzo
E con la chimica combattiamo per stare bene
Hai un tumore?
Ti fai una bella chemioterapia che sicuramente è meglio che fare come te che non sopporti le medicine?
Hai un mal di testa cazzo?
Un fottuto mal di testa?
Ti prendi una pillola e stai bene
Cazzo
Lo fanno tutti
Senza medicine saremmo fritti fratello mio
Saremmo veramente nella merda
E tu
Sei qui che fai l’allergico a tutto
Non mangio questo che mi fa male
Non bevo questo che mi fa male
Non prendo medicine che mi fanno male
Non esco che sento lo smog che mi fa male
A questo punto mettiti in una cazzo di campana di vetro fratello e non rompere i coglioni a noi
Che hai le bambine che sono spaventate
E anche mamma dice che non stai bene
Ma di testa
Andare da uno psicologo?
Sempre il mio caro fratello
No dico
Andare da uno psicologo?
Non dico uno psichiatra che quello usa le medicine per curarti e tu ormai sei un talebano in quel senso
Ma uno psicologo?
Che ti aiuta a superare questa ipocondria?
Ecco avete sentito si?
Sono un ipocondriaco
Per la gente
Per i miei colleghi
Anzi ex colleghi
Che ho perso il posto di lavoro perché non posso lavorare più
Vuoi vedere che sei più sfigato di me
Questo è sempre il Giobbe mio
Vuoi vedere che mi batti
Che credevo di essere messo male io ragazzo
Ma anche te non scherzi
Poi con un fratello così
Hai voglia te
Mi diceva il Giobbe mio
C’era un tempo
Sapete
C’era un tempo che abbracciavo le persone
Un tempo che correvo per il centro di questa città
Gonfia di clacson e luci lampionate
C’era un tempo che mangiavo l’inverosimile e bevevo birra
La dolce magica essenza del luppolo
C’era un tempo che giocavo con le mie figlie portandole al luna park
Un tempo in cui guidavo per 400 km ininterrottamente la mia moto con mia moglie dietro che pregava di fermarmi
Ma era meraviglioso sentirsi liberi con due ruote sotto il culo
C’era un tempo in cui leggevo strofinando le dita sulla carta dei libri che amavo
Un tempo che stampavo fotografie nella mia camera oscura
C’era un tempo
Sapete
Tornando a noi
Comunque ho scoperto di essere intollerante a
Insetticidi
Pesticidi
Disinfettanti
Detersivi
Profumi
Deodoranti personali e per la casa
Vernici
Solventi
Colle e prodotti catramosi
Preservanti del legno
Materiale edilizio
Carta stampata
Inchiostri
Scarichi delle auto
Fumi delle stufe
Camini
Barbecue
Prodotti plastici
Farmaci
Anestetici
Mobilio
Tessuti e stoffe
E tutti i prodotti di derivazione petrolchimica
Non male no?
La chiamavo vita sapete?
Salvavo la vita io
Oggi boccheggio
Oggi sopravvivo come un carcerato
Escluso da tutto
Per fortuna prima guadagnavo bene e mi sono creato un mio habitat naturale
Come quelle bestie rare che devono stare lontane da tutto
Sono un drago senza fuoco che non può vivere nella civiltà
Non perché cattivo
Ma perché ne potrebbe morire
I draghi sapete sono animali delicati
Io sono in balìa di questa malattia
Rara
Ma non troppo rara per essere riconosciuta negli Stati Uniti e in Germania
Una malattia che dà fastidio
Questo si
Dà fastidio alle multinazionali farmaceutiche e petrolifere
Perché dichiara con la sua evoluzione e il suo propagarsi
Che le medicine e il petrolio sono veleno per il corpo umano
Veleno puro
Però non si può dire
Sssshhhhh
Silenzio
Altrimenti come si fanno a fare soldi?
Eh me lo dite?
Come si può guadagnare sulla salute della gente se la gente non si ammala?
Comunque vi dicevo
Io per fortuna ero benestante
Guadagnavo bene
Le mie figlie le vedo poco e anche mia moglie
Mio fratello immaginate voi
Ecco bravi
Mai
Ogni mai passa a salutarmi
E giù di abbracci e baci
Così io e mia moglie abbiamo pensato di trasferirci
Visto che le polveri sottili dei gas di scarico non mi danno gioia e gaudio
Siamo venuti a stare qui
In montagna
A 1600 metri
Nel bosco
Mi sono fatto fare una casa bioecologica
Ovvero
Pavimenti con colata di malta ecologica e cemento con vermiculite o argilla espansa
Tinteggiatura in puro grassello di calce al 98%
Il restante è acqua senza alcun conservante
L’impianto elettrico è basato su fili sottili
Intrecciati in canaline piccole
Risultato poca luce ma almeno si sta bene
I tubi dell’acqua sono in acciaio
I miscelatori in porcellana come il piatto doccia mentre il box doccia è in cristallo temperato e acciaio
Messa in posa fatta senza silicone
Gli infissi sono in alluminio naturale
Niente formaldeide per il legno ovviamente
Le porte tutte in cristallo temperato con due supporti di metallo innestati nel muro
Direi che non posso certo lamentarmi da questo punto di vista
Poi se vorrete ve la faccio vedere la nostra casa
In foto o da fuori che sennò me la contaminate
Beh io non ti contamino di certo
Sempre lui
Lo sfigato biblico
Dimmi Giobbe che c’è stavolta
No no
Niente
Volevo dirti che io non ti contamino
Che ne ho passate così tante ragazzo mio
Che al massimo sei tu che contamini me
Se non avessi il Giobbe mio nei sogni
Come farei gente?
Eh?
Come farei?
Almeno si ride la notte mentre si dorme
Corpo
Vedete?
Vene di sangue
Credo
Cellule che come mattoni tengono in piedi questa tensostruttura
Acqua che la rende fluida
Corpo
Vedete?
Chimica pura
Atomi alla potenza
Ognuno abbracciato all'altro per formare armonia
E se per caso qualcuno dissente?
Se si esula da tutto?
Se tanti lo seguono come esempio?
Nessun problema
Alla chimica si risponde con la chimica
Eppure il mio corpo ha gli atomi esausti di questa chimica
Forse sono gli atomi dell'anima
Forse
S come Sensitivity
Ovvero per i non addetti all’inglese sensibilità
Quindi per riassumere
M
C
S
Multiple
Chemical
Sensitivity
Ovvero
Sensibilità chimica Multipla
Mai sentito parlare di questa malattia?
Non mi meraviglia
È compito dei media ma anche di coloro che detengono il potere della salute delle persone evitare di parlarne
È una malattia anarchica
Una malattia che non vuole le cure tradizionali
Mandate uno che ha l’MCS in pronto soccorso e poi lo andrete a trovare al cimitero
Questo è certo
Sono intollerante al novanta per cento delle sostanze
Eppure nonostante tutto proseguo a vivere
Porto in giro questo corpo impazzito
Fatto di atomi impazziti
Che si sono staccati dal loro abbraccio armonioso
E vagano dentro questo involucro
Persi e impauriti
Tutto è inodore
Tutto è insapore
Tutto è lontano
Come gli amici e i parenti che per venire a trovarmi
Devono essere depurati in una sala attigua alla casa
Quindi spogliati dei loro abiti
Lavati con saponi naturali e rivestiti con tessuti non contaminati
Questa è la mia vita
Da quel giorno che sono caduto a terra
Mentre tentavo di salvare la vita ad un altro essere umano
Ho abbandonato la vita per ballare con la morte
Annuso l’aria di montagna
E sorrido
Abbraccio con gli occhi le mie figlie e sorrido
Quando il corpo me lo permette faccio l’amore con mia moglie
Sapendo di dover pagare a caro prezzo quel gesto meraviglioso
Stando poi male per giorni interi
Ma va bene così gente
Nonostante tutto
Sorrido
Oggi sono io che apro il mio corpo e ascolto quello che vuole dirmi
Parla una lingua ricolma di caos
Ma nella notte
Quando tutti dormono
Riesco a decifrarla e quindi comprenderne la logica
Una logica senza senso
Ma che ha una chiara matrice rivoluzionaria
Il mio corpo nella notte mi grida
Abbandona questo mondo velenoso e amati
Soprattutto amati
Scusate devo rimettermi la mascherina
Ora vi leggo una cosa
L’Mcs è una malattia multisistemica che può colpire vari organi del corpo umano contemporaneamente: sistema renale, apparato respiratorio, cardiocircolatorio, digerente, tegumentario, sistema neurologico, sistema muscolo-scheletrico ed endocrino-immunitario. Tra i sintomi, dolori muscolari e articolari, cefalea, perdita della memoria a breve termine, stanchezza cronica, rossore, prurito, nausea, tachicardia, rinite, asma, insufficienza circolatoria, dermatiti, disfunzioni sensoriali. Nell’arco di pochi anni dalla manifestazione della malattia i sintomi si cronicizzano e, senza un adeguato sostegno, la Mcs può produrre emorragie, collassi, ictus o infarti, lo sviluppo di forme tumorali e leucemiche, ischemie, malattie autoimmuni, forme degenerative reumatiche, sclerosi multipla, porfiria. La Mcs è una malattia irreversibile e progressiva; non esiste, al momento, una cura per il ritorno allo stato originario di tolleranza degli agenti chimici. Peggiorando nel tempo, in proporzione all’entità delle esposizioni chimiche e alla loro frequenza, si diventa intolleranti anche a molte sostanze naturali e alla quasi totalità degli alimenti. In Italia la Mcs ha ottenuto un riconoscimento a livello regionale (Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Abruzzo, Basilicata, Marche e Veneto) ma non a livello nazionale. Il mancato riconoscimento della malattia implica un’assenza totale di strutture mediche adeguate nonché di competenze specifiche del personale medico, rende difficile l’ottenimento di una completa invalidità- nonostante le gravissime patologie di cui soffrono i malati- e impossibile l’accesso alle cure necessarie secondo i protocolli internazionali. Il cambiamento di uno stile di vita indispensabile ala sopravvivenza grava esclusivamente su malati e famigliari. I dati, le informazioni più aggiornate e utili sulla Mcs sono forniti da Amica- Associazione per le malattie da intossicazione cronica e/o ambientale- e dai malati stessi. Oggi nel mondo si contano all’incirca 100000 sostanze chimiche, il 90% delle quali non è mai stato testato (3000 sono le sostanze registrate e solo 400 quelle sottoposte ad analisi per valutarne l’impatto sulla salute e l’ambiente). La produzione annuale di sostanze chimiche è passata da 1 milione di tonnellate nel 1930 agli oltre 400 milioni di oggi. Ogni anno in Europa muoiono più di 30000 persone a causa dell’esposizione a sostanze cancerogene. Il regolamento dell’Unione europea denominato Reach (Registration, Evaluation, Authorisation of Chemicals) è approvato nel dicembre del 2006, impone l’esame tossicologico di ogni composto chimico prodotto o importato per una quantità superiore alla tonnellata annua. Il regime di controllo è previsto su circa 30000 sostanze chimiche potenzialmente tossiche presenti nei prodotti di consumo: cosmetici, deodoranti, prodotti igienico-sanitari, detersivi, tessuti sintetici, calzature, tappeti e divani, prodotti elettronici, prodotti per l’edilizia, vernici e solventi. La normativa ha escluso dall’elenco i prodotti alimentari. Frutto di anni di negoziati tra l’industria chimica, i sindacati e le organizzazioni ambientaliste, il Reach prevede che l’onere della prova di tossicità dei prodotti- fino a oggi di competenza dell’autorità pubblica- sia a carico del produttore o dell’importatore, che avrà l’obbligo di trasmettere i dati a un nuovo ente istituzionale: l’Agenzia chimica europea di Helsinki, e di avviare un programma di ricerca per le sostanze più nocive. La normativa non prevede il principio di sostituzione qualora non vi siano alternative sicure. L’Agenzia europea per la sicurezza sul lavoro evidenzia che il 21% dei lavoratori in Europa, pari a 32 milioni di persone, è esposto a sostanze cancerogene, il 22% respira fumi e vapori tossici, il 16% viene a contatto con sostanze pericolose. Secondo uno studio dell’Organizzazione mondiale della sanità, le patologie di origine professionale costano all’Europa 600 milioni di euro ogni anno. I costi del regolamento europeo Reach a carico dell’industria chimica (la prima al mondo, con un fatturato che supera i 600 miliardi di euro l’anno) sono di 0,2 miliardi di euro annui. I benefici per la spesa sanitaria si aggirano intorno ai 50 miliardi di euro nei prossimi trent’anni.*
Corpo
Vedete?
Vene di sangue
Credo
Cellule che come mattoni tengono in piedi questa tensostruttura
Acqua che la rende fluida
Corpo
Vedete?
Chimica pura
Atomi alla potenza
Ognuno abbracciato all'altro per formare armonia
E se per caso qualcuno dissente?
Se si esula da tutto?
Se tanti lo seguono come esempio?
Nessun problema
Alla chimica si risponde con la chimica
Eppure il mio corpo ha gli atomi esausti di questa chimica
Forse sono gli atomi dell'anima
Forse
R come Riccardo
Il mio nome
E G come Giobbe
Il mio di nome
Eh almeno alla fine fammi fare un figurone anche a me no?
Hai ragione Giobbe mio
Hai ragione.

©OlivieriFrancesco
Testo protetto dai diritti SIAE
*Testo tratto dalla nota finale del libro “Tilt” di Caterina Serra. Giulio Einaudi Editore