Sento il vacillare fragile di questo tempo
Sento le urla affrante della disperazione
Sento merda che trasale dalle narici
Sento pianti avvolti da lutti incapaci a morire
Sento la litania delle parole vacue
Sento la madre che abbatte il figlio a colpi di divieti
Sento il padre che sbrana la madre col sudario della
disoccupazione
Sento il figlio che spara in bocca al proprio io
Sento le carceri che brulicano vendetta
Sento le carni di quegli umani tumefatti come porci
Sento le loro vene intrise di veleno e fame
Sento l’ignoranza del politico buffone
Sento l’ipocrisia di una crisi voluta studiata preparata
Sento cristo in croce stanco di chiodi ecclesiastici
Sento la voce del bambino che piange non sapendo che è solo l’inizio
Sento l’indifferenza sputata in faccia ai commensali davanti
alla televisione
Sento la ribellione che alza il pugno senza braccio
Sento il potere affamato di carogne pronto a scorticare vite
umane
Sento la filigrana del denaro che taglia il collo del piccolo
artigiano
Sento la vagina distrazione di massa che serve il codice segreto
per la felicità
Sento gli immigrati che rantolano agli angoli delle strade
Sento questi poveri figli di paesi poveri mendicare uno sguardo
Sento la strafottenza del ricco che piscia sorrisi al popolo
represso
Sento le banche genuflesse alla chiesa madre esportatrice di
morale multinazionale
Sento il cane abbattuto unico amico che mi era rimasto
Sento la solitudine dell’esser solo.
©OlivieriFrancesco
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