Non voglio che Clara ascolti questo disco. Questo potrebbe essere il suo testamento. Ambrogio è uno che ne sa di vita, dopo aver passato anni e anni a frantumarsi le palle al fianco della sua padrona che viveva solo di praline al cioccolato, il bravo maggiordomo, prima l'ha uccisa annegandola nella Nutella e poi si è dedicato alla passione dei cani. Amante sfegatato della musica, ha sempre cercato di trasmettere questa passione ai suoi cocker da tiro, che fino a qualche giorno fa scorrazzavano allegramente nel suo giardino di villa Rocher. Da ieri non più. Ambrogio ha avuto la brutta idea di mettere a palla il nuovo disco dei Non voglio che Clara, intitolato appunto Dei cani, e i cocker hanno cercato ogni oggetto contundente utile per togliersi la vita. Va bene essere il migliore amico dell'uomo ma questo è troppo. Uno di questi ha cominciato a rimpiangere il giorno che era stato abbandonato sulla A4. Fatto sta che il cd della band veneta non ha avuto un gran successo all'interno del mondo canino. Ambrogio ora si ritrova con 6 cocker suicidatisi in massa, causa le note tristi dell'album della band. Ha fatto causa giustamente al cantante e compositore, che si è difeso dicendo che le canzoni se ascoltate al contrario sono delle ballate stile Gloria Gaynor negli anni '80. Il maggiordomo preso dalla disperazione ha caricato il fucile di Ferrero Rocher e si è sparato un colpo alla cacao meravigliao alla gola. Cioccolato e praline gli hanno trafitto la trachea e ora è in prognosi riservata. I medici sono scettici, non vogliono sbilanciarsi, ma da fonti ufficiali si apprende che l'Ambrogio non ce la farà. L'ultima frase detta dal mitico maggiordomo sembra proprio essere "Non voglio che Clara", alludendo al fatto che almeno sua sorella, Clara appunto, non si avvicini al cd della band veneta.
giovedì 9 dicembre 2010
sabato 4 dicembre 2010
Il Watson per nulla elementare
Forse ha rubato due corde vocali a James Blunt e tre al cantante Chris Martin dei Coldplay. probabilmente un suo antico avo era il braccio destro "elementare" del mitico Holmes, Sherlock Holmes. Fatto sta, che questo giovin donzello, classe '79, nato nella calda California e poi trasferitosi nel gelido Quebec, è cresciuto a suon di salmone affumicato e uova al tegamino. E proprio i tegamini vengono utilizzati per creare suoni dal suo percussionista. Animale schivo, voce acuta ma flebile, quasi stesse per morire da un momento all'altro, il Watson canadese sforna dolci canzoni che è bene appendere ai fili dello stenditoio, per farle asciugare della loro pregna malinconia rivoluzionaria. Ebbene si, perchè il ragazzo suona come un guru tibetano, sferza colpi di arte musicale su ogni angolo dello spartito. Nulla è lasciato al caso. Wooden Arms è un album pacifista, intenso e romantico. Spara sulla vostra coscienza colpi di corteccia d'albero secolare, vi ferma nella vostra frenetica vita da esseri metrò, vi estrania dall'underground che vi porta al lavoro, e vi racconta di un tempo diverso, più umano, più naturale. Dovete pagare la bolletta? Avete il capo che vuole la pratica pronta entro e non oltre due ore? Fottetevene. IPod alla mano, cuffie inserite nelle vostre cavità sonore e lasciate che sia Watson a gestire il percorso della vostra giornata. Arriverete al capolinea, esattamente a 40 km di distanza da ogni pensiero che poco prima vi circondava la mente. Respirate il legno che emana questa musica, come un Harry Potter dei poveri, cercate di passare attraverso i muri, anche se poi vi provocherete un ematoma gigantesco, ritrovandovi sbattuti a terra. Non importa, correte verso l'uscita, verso l'aria, il sole, il cielo. Watson con il suo pianoforte e la sua voce da gnomo falegname, vi conduce verso un nuovo piano di visuale. Ora avete le armi necessarie per trasformare il vostro presente, assaltando il futuro a colpi di tegamini ricolmi di biscrome. Buona fortuna.
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