Se vi trovaste per il centro di Lione e la nominaste, salterebbero fuori dai tombini clown imbrattati di note, poeti benedetti con bombole spray che ricoprirebbero il vostro bel vestito di parole leggere, quasi silenti. Questo è l’effetto del passaggio di Ameliè Les Croyons all’inizio della sua carriera otto anni fa. Codesta donzella, ovviamente sconosciuta in Italia, è l’emblema della sensualità. Mai portarla alle piramidi d’Egitto, potrebbe risvegliare il faraone e tutti i suoi compagni di scuola. Meglio gustarsela nei teatri francesi, dove spesso canta e balla e attizza uomini sposati che fremono di salire sul palco con lei per un valzer. Ameliè Les Crayons è una stilista delle melodie, veste le proprie canzoni così bene che sembra di essere di fronte a Maria Antonietta della Sofia Coppola. Il suo mondo è fatto di limoni, palloncini colorati, caramelle e clown. Mentre ascoltate il suo ultimo album “Le Porte Plume”, evitate di pensare al bollo dell’auto, al mutuo o a vostra moglie che tra poco tornerà dal lavoro e vi troverà in stato catatonico, con la faccia da ebete,totalmente inebriati dalla favolosa Ameliè. Siate consapevoli degli effetti che fa, inventate scuse, negate sempre anche l’evidenza. Perché anche se effettivamente la bella francese non è mai entrata nella vostra stanza, voi ne siete giustamente innamorati. Fatevene una ragione. Oppure chiedete il divorzio, prendete il primo treno per Lione e domandate ai gestori del bar del centro dove vive la bella Ameliè. Che dire? Buona fortuna.
sabato 25 settembre 2010
giovedì 23 settembre 2010
LaMontagne, calzolaio a tempo perso
Se avete scarpe con suole scollate, stivali malconci, ciabatte d’antiquariato a cui tenete più di vostra cugina, non vi resta che portare il tutto in Pennsylvania in via Boh al numero Mah, dal signor Ray LaMontagne. Vi troverete di fronte un barbuto garibaldino, che col suo cognome da rivoluzione francese, se avrà ancora tempo, vi sistemerà anche gli zoccoli di vostra suocera (con buccia di banana incollata sul fondo). Codesto personaggio ora fa il cantautore però, e quindi magari vi ritrovereste ad aver fatto 10000 chilometri per l’anima del cazzo, ma restereste comunque incollati al vetro della sua finestra, se dentro ci fosse il barbuto che suona come un Ray Charles vedente. Vi trovereste in una colonna sonora di Zach Braff (per capirci, Zach è quel simpatico ragazzo attore principale della serie “Scrubs” che, per chi non lo sapesse, ha girato il film “Garden State”), imbambolati dalla sua voce da orso vegetariano e dal suono della sua chitarra che armeggia proprio come un calzare. Il LaMontagne passa da canzoni nutiniane a momenti di catarsi assoluta. Potreste trovarvi sulla scala del garage ad armeggiare il baule della vostra prozia, cullati da dolci momenti di canzoni romantiche e trovarvi poi col culo all’aria presi dallo spavento per colpa dei fiati entrati come la cavalleria delle valchirie senza nessun preavviso. Quindi, consiglio mio, essendo il disco (Gossip in the Grain) molto “yeahhh” appiccicate le vostre chiappe a mò di Virgosol sul vostro divano, fregandovene se vostra madre continua a urlavi dietro “questa casa non è un albergo”, e immaginate il calzolaio suonatore barbuto che vi rassetta a suon di note e melodie la vostra vita, che ha ormai la suola decisamente usurata ma non per questo da buttare.
martedì 21 settembre 2010
Fuori tempo di Murdoch
Date a Beck quello che è di Beck e a Murdoch quello che è di Murdoch. No no, non c’entra un emerito cazzo il magnate delle televisioni americane, qui parliamo di Alexi Murdoch. E voi direte, e chi cazzo è? Ora non so se sia il figlio, cugino, nipote del capo della Fox, ma ringraziamo sua madre e anche il padre per questa volta, di averlo messo al mondo. Di certo se Beck avesse un gemello, quello si chiamerebbe Alexi. Il ragazzotto trentenne, con l’aria falsa trasandata, e per questo ingrifante come una pin-up bettypageiana, ha una voce così calda e sensuale che se facesse lo speaker alla radio, diciamo verso le undici di sera, farebbe scattare grilletti clitoridei a tutto spiano. Il nostro giovin donzello canta come un dio greco, batte la chitarra con la stessa tenacia con la quale le anatre sbattono le ali sorvolando la Manica in periodo di migrazione. Ha la barba incolta per rendere il personaggio più fico, probabilmente ha un nugolo di gnocca al seguito e magari se la fa con uno dei Duran Duran. Fatto sta che le sue ballate molto Beckiane ( diciamolo), sono ben scritte, arrangiate bene quanto il punto croce di mia nonna sulle tende di casa e regalano veramente momenti epici. “Time without consequence”, questo il titolo dell’album,è così bello che vi viene voglia di lasciar bruciare le uova che avete messo sul fuoco. E’ una canzone da brivido dietro l’altra. Se volete fare colpo su una tipa, regalategli questo album e il cuore della vostra desiderata si scioglierà come strutto a contatto con la padella rovente. Se siete femminucce, allora cazzo, cosa aspettate a farvelo regalare? Ricordate però di mettere la guepiere prima di andare all’appuntamento del vostro maschio arrapato. Viva Murdoch (Alexi) precisiamo e viva la bella musica. Ah, dimenticavo, ci sta bene anche del whisky con camino acceso e candele intorno. Ovviamente chiudete accuratamente le finestre, perché se malauguratamente si trova a passare da quelle parti il vero Alexi, la vostra donzella non esiterà ad aprirgli le braccia e non solo, lanciandosi verso la porta di uscita alla velocità di Mennea.
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