Eccomi qui. La Trilogia dell'AmorTe è un progetto contro la violenza sulle donne a cui tengo tanto. Ci tengo perché sono un uomo e credo che sia un dovere cercare di affrontare queste tematiche non nascondendosi ma appunto mettendosi in gioco. Non ho nulla da insegnare. Ho scritto questi tre testi teatrali contro la violenza sulle donne, perché voglio affrontare questa tematica a tutto tondo, evitando per quanto possibile la retorica. Ho scelto di realizzare questi reading sparsi su tutto il territorio nazionale, soprattutto nelle carceri e nei centri antiviolenza, perché credo che sia lì che ci sia maggior bisogno. Non con l'atteggiamento del "Ora vi insegno a vivere", ma appunto con l'atteggiamento di portare, spero, all'interno di quelle situazioni difficili, un seme, un germoglio, uno spunto di riflessione. I miei testi sono forti, non le mandano a dire. Usando il sarcasmo, l'ironia, ne escono comunque tre quadri tragici, in cui nessuno è vincente e nessuno è realmente colpevole o innocente. Siamo umani, siamo fatti di relazioni umane. Quello che serve è dialogare, confrontarsi, interagire, senza la presunzione del "Io ho capito tutto dalla vita, io non sono un violento e assassino", ma appunto, cercare di comprendere che questo fenomeno che si manifesta ogni giorno a pochi metri da noi, fa parte di noi. Noi siamo animali e come tali abbiamo l'istintualità degli assassini. Però siamo umani e questo dovrebbe fare di noi degli esseri in grado di relazionarsi con il prossimo senza usare la violenza. Io non mi sento superiore a chi sta dietro le sbarre. Io mi sento uno come tanti, che cerca nel suo piccolo di dare dignità a quelle donne morte ammazzate, e che prova a dare un senso in primis alla propria vita, e poi lasciare appunto qualche spunto di riflessione per gli altri. Credo negli esseri umani. Credo che chiunque, anche gli assassini, abbiano la possibilità di poter ritrovare quel senso di non violenza che spesso colpisce anche chi la violenza non l'ha mai perpetuata. Quindi lungi da me giudicare. Anzi, io avrei solo da imparare. Da quegli uomini che stanno dietro le sbarre e da quelle donne che stanno nei centri antiviolenza. Avrei solo da imparare perché in fondo, io, sono solo un povero drammaturgo che tenta, con i suoi limiti, di dare voce a chi voce non ha più. Perché quello che mi interessa è capire perché esiste la violenza, da dove nasce, come si manifesta e soprattutto come si può combattere. Io credo che ci siano tantissime persone che hanno molto più talento e competenza di me che hanno aderito a questo progetto. E le ringrazio con il cuore. Perché ogni giorno dedicano il loro tempo per cercare di rendere migliore la vita di chi si ritrova dietro le sbarre, e anche di chi per causa di quelli che stanno dietro le sbarre, si trovano delle cicatrici profonde nell'anima che solo chi ha davvero cuore, devozione, conoscenza, pazienza, sa confortare e riportare alla vita "normale". Mi sento davvero l'ultimo degli ultimi in questo progetto. Quando vedrete questi spettacoli, quando ne parlerete, sappiate che io sono solo un mezzo ma chi realmente sta facendo le cose, chi sta realmente dando l'anima in questo progetto, sono soprattutto le persone che in carcere, i detenuti stessi, leggeranno i miei testi, e le donne che hanno subito violenza. Noi, io come drammaturgo, e le attrici e attori che sostengono questo progetto, siamo la voce. Nulla più. Voce che dà voce a chi non ne ha. Voce che si fa ascolto e silenzio di fronte alla tragedia della vita reale. Per concludere; ho avviato una campagna di crowdfounding. Perché? Perché le istituzioni non hanno soldi da dare, troppo impegnate a mangiarseli in altre cose, perché i produttori non investono in un progetto sociale, perché lo definiscono perdente e non redditizio. Quindi, per chiudere, che sennò vi faccio due palle tante, vi dico: aiutateci. Sosteneteci. Donate con il cuore qualche euro per questo progetto. Non per me. Ma per chi ci sta mettendo la professionalità che in questo paese viene spesso pagata con un "bravo" e una pacca sulle spalle. Siamo senza produttori, siamo senza istituzioni che a parte patrocini morali, altro non danno, o non possono dare. Ma abbiamo la grande fortuna di avere Voi. Voi potete rendere reale questo progetto. Voi potete divenire piccoli produttori di un evento che tocca tutti noi. Quindi, vi ringrazio veramente di cuore. Innanzitutto per il tempo che avete dedicato a questa lettura, e poi perché sono certo che sarete i nostri sostenitori.
Vi abbraccio a nome di tutte le attrici e attori professionisti coinvolti nel progetto, a nome di tutte quelle istituzioni che moralmente ci sostengono, a nome dei nostri Partner NoiNo.org e BeFree Cooperativa Sociale contro la tratta e la violenza di genere, e a nome di tutte quelle persone che ogni giorno lavorano all'interno delle carceri e dei centri antiviolenza, per rendere questo mondo migliore.
Merci
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Francesco Olivieri